Pochi e semplici suggerimenti per cominciare quest’esperienza con il piede giusto
Quando si parla di allattamento, si crede che buona parte della riuscita dipenda dalla fortuna e che sia un’esperienza riservata a poche famiglie. In un contesto sociale che molto spesso alimenta la sfiducia delle donne nei confronti del proprio corpo e delle grosse risorse ad esso connesse, dare informazioni corrette sull’allattamento è fondamentale perché le donne riscoprano la bellezza di un gesto che parla di natura e di istinto.
Sapere per fare bene
Si crede erroneamente che l’allattamento sia una “questione” da affrontare dopo il parto. Per tutta la gravidanza, ci si concentra sulla preparazione al travaglio e al parto, ritenendo prematuro acquisire informazioni sull’allattamento. In realtà, ancor prima di ritrovarsi con il proprio bimbo tra le braccia, è importante conoscere quanto più possibile sull’allattamento. Frequentare incontri tematici, partecipare a percorsi di accompagnamento alla nascita in cui si parli dell’allattamento, discutere con la propria ostetrica sono strategie fondamentali per far sì che l’allattamento si avvii nel migliore dei modi, costruendo una buona dose di conoscenza e consapevolezza.
Avere fiducia nel proprio corpo
Tutte le donne possono allattare. La percentuale di donne che, per motivi fisiologici, non può allattare è intorno all’1%. Ciò significa che il ben 99% delle donne può nutrire il proprio bimbo al seno. Il nostro corpo ha impresso sulla propria morfologia e fisiologia la capacità di nutrire i nostri cuccioli. Essere consapevoli che il proprio corpo può fare, fa sentire le madri potenti e determinate nell’inizio di questa intensa esperienza. Se si vuole, si può: basta iniziare col piede giusto!
Circondarsi solo di chi infonde fiducia
“Sicura che avrai latte?” “Ma il tuo latte è nutriente?” “Dare la formula artificiale risulterebbe più comoda!” “Con la formula artificiale si cresce lo stesso” “Ma non diventerai schiava con questo allattamento?”
Circondarsi delle persone “giuste” è fondamentale. Mamme suocere, zie, amiche a volte sviliscono le madri, rendendole insicure. Buona parte dei fallimenti degli allattamenti sta proprio in questo: la totale assenza di sostegno verso le madri. La madre ha bisogno di qualcuno che le ricordi che il suo corpo sa fare e che allattare si può.
Allontanare chi costituisce interferenza è un passo importante per allattare e per farlo con serenità. Per questo, è importante che durante la gravidanza non sia solo la mamma a prendere informazioni sul tema dell’allattamento, ma che anche il padre e tutte le figure che ruoteranno attorno al bimbo si creino il giusto bagaglio per potere essere di reale sostegno.
Il primo contatto: da vivere subito!
Subito dopo il momento del parto, travolgente e intenso, il bimbo è particolarmente sensibile agli stimoli esterni. Questo è il momento che la natura ha predisposto per far sì che mamma e bimbo si conoscano e riconoscano.
Annusarsi, osservarsi, toccarsi: mamma e bimbo non vanno disturbati, ma vanno lasciati lì, a vivere questo momento di infinita bellezza.
Alla nascita, o al massimo entro le prime 2 h dal parto, il bimbo deve avere la possibilità di essere posto sul ventre e sul seno materno, proprio in quel momento in cui il suo istinto di suzione è particolarmente elevato. Se lasciato fare, il bimbo risale dolcemente verso il seno materno, lì dove sente “odore di casa” (breast crawl).
Questo contatto speciale tra mamma e bimbo (contatto pelle a pelle), in cui il bimbo inizia a ciucciare o semplicemente ad annusare o a leccare, ha delle notevoli ripercussioni sull’adattamento neonatale e sull’avvio dell’allattamento: le statistiche dimostrano una relazione tra questo contatto e la durata dell’allattamento.
Allattare a richiesta
La prima regola per allattare è il non imporre dei ritmi: è il bimbo stesso che richiederà il seno tutte le volte che lo vorrà, per il semplice fatto che solo lui può conoscere il proprio bisogno. Dare delle limitazioni all’allattamento, limita la stimolazione stessa del seno e, quindi, la produzione di latte. Più il neonato si attacca, più si stimola la produzione del latte, seguendo un gioco di domanda e offerta che soddisfa in pieno le esigenze del bambino e aiuta ad evitare i fastidiosi ingorghi dei primi giorni di allattamento.
Allattare senza guardare l’orologio
Per far sì che il bambino soddisfi le proprie esigenze al seno, non bisogna dare un limite alla poppata. La regola dell’allattare 10 minuti per seno rientra nei più grandi falsi miti. Come avviene nell’alimentazione degli adulti, anche nei neonati vi è enorme variabilità nei comportamenti legati alla nutrizione. Ci sono bimbi che fanno poppate moto veloci sin dai primi giorni, ci sono bimbi, invece, che fanno poppate più lunghe prima di sentirsi soddisfatti. Limitare la durata comporta il rischio che il bimbo non soddisfi fino in fondo il proprio bisogno. Se consideriamo che la parte iniziale del latte è quella che contiene meno grassi rispetto alla parte terminale, far ciucciare secondo un tempo predisposto può portare il bimbo a non arrivare ad assumere la parte più grassa del latte, compromettendo la crescita del piccolo stesso.
Evitare l’utilizzo di tettarelle
E’ importante, almeno all’inizio dell’allattamento, quando il neonato deve ancora “imparare” a ciucciare nel modo corretto, evitare l’utilizzo di tettarelle. Il motivo sta nel fatto che la suzione al biberon è profondamente diversa dal tipo di suzione al seno: utilizzare tettarelle può creare confusione nel neonato, che potrebbe non essere più in grado di spremere e stimolare adeguatamente il seno.
No alla bilancia
Avere in casa una bilancia per neonato è una grandissima tentazione per la mamma che, frequentemente, si ritroverà ad utilizzarla per conoscere il peso del proprio bebè, generando spesso ansie inutili. Spesso si consiglia la doppia pesata: pesare prima e dopo la poppata dà informazioni errate sulla condizione di salute del bebè: ci sono poppate in cui beve di più, alcune in cui il latte ha una composizione meno ricca di proteine, altre in cui è più grasso e nutriente, quindi sazia anche con quantità inferiori. Insomma: niente bilancia! Basta pesare il proprio bimbo 1 volta a settimana nei primi mesi e, se si ha qualche dubbio sulla crescita, è sufficiente osservare il numero di pannolini bagnati e sporchi di cacca, che ci indicano che il bimbo è idratato e che mangia bene.
Controllare che l’attacco sia corretto
Allattare non deve essere doloroso, né deve essere una prova di resistenza. Il dolore durante l’allattamento è indice di qualcosa di errato. Conoscere l’attacco adeguato può essere utile per correggere un eventuale errore.
Chiedere aiuto
Avere difficoltà con l’allattamento può essere frequente, specialmente se consideriamo che non sempre le madri sono circondate da figure familiari in grado di fornire informazioni corrette e giusto sostegno. Il territorio offre molte possibilità di confronto e di sostegno. In caso di difficoltà, è sempre bene contattare una figura di riferimento (consulente IBCLC, ostetrica esperta in allattamento) che possa accompagnare la mamma a superare la difficoltà e a vivere serenamente quest’esperienza così intensa.
Richiedere aiuto può davvero fare la differenza!