Ragadi: nemiche dell’allattamento. Come curarle

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Allattamento ragadi e mastite, cosa fare
Ragadi: nemiche dell'allattamento. Come curarle

Ragadi, ingorgo mammario e mastite sono i peggior nemici dell’allattamento. Spesso rappresentano gli ostacoli principali per le neo mamme. L’allattamento è il momento più intimo tra mamma e figlio, crea un legame indissolubile e unico, ma soprattutto è il miglior modo per crescere il bebè e dargli tutte le sostanze nutritive necessarie per la crescita. È compatibile con il fabbisogno del neonato che cresce e ha benefici anche per la mamma.

Se si presentano problemi come le ragadi spesso la poppata diventa un momento difficile e traumatico per la neo mamma. Oggi non ci soffermiamo sui benefici del latte materno piuttosto parliamo delle difficoltà che incontrano quasi tutte le donne nel post parto.

Ragadi, cosa sono

Sono piccole ferite che si formano sulla superficie dei capezzoli e in genere sono dovute a una scorretta suzione del neonato. Questo comporta molto dolore per la mamma durante la poppata. A volte le ragadi possono sanguinare, ma potete si può continuare ad allattare.

Cosa fare? Ecco alcuni consigli

  • Principalmente sarebbe necessario correggere il modo in cui il piccolo si attacca al seno. Non bisogna sentire dolore durante la poppata, se il dolore continua significa che non è attaccato bene.
  • Evitare di lavare spesso i seni con saponi.
  • Allattare prima dal seno meno inficiato dalle ragadi, quello meno dolente perché così il latte è disponile nell’altro e il bambino succhia meno vigorosamente il secondo seno.
  • Se possibile tra una poppata e l’altra esporre i seni all’aria, al sole.
  • Nei casi più difficili consultare il medico che potrà prescrivere delle creme che aiutano la cicatrizzazione.
  • Esistono in commercio i para capezzoli in lattice o caucciù che si mettono sopra il capezzolo per proteggerlo da ulteriori traumi e favorirne la guarigione. Consultare sempre un medico.

Alcune donne per evitare questi problemi durante la gravidanza curano i capezzoli e l’areola con delle creme a base di lanolina pura. Attenzione, non esiste nessuna prova che massaggiare, sfregare o mettere creme, riduca la frequenza delle ragadi al seno.

Ingorgo mammario

Quando si ha l’ingorgo mammario capita che il seno diventa duro e dolente e l’areola è gonfia e tesa e il bimbo non riesce ad afferrare bene il seno e svuotarlo completamente, così l’afflusso eccessivo di latte blocca la secrezione e ingorga le mammelle.  Si crea l’ostruzione di un dotto che è molto fastidiosa, ma continuando ad allattare e adottando alcuni accorgimenti, il disturbo dovrebbe risolversi  nell’ arco di 24-48 ore.

Possibili cause

Le cause possono essere diverse e variano da donna a donna

  • Un’eccessiva produzione di latte.
  • Pasti poco frequenti.
  • Un reggiseno troppo stretto.
  • Insufficiente svuotamento dei seni.

Cosa fare

  • Fate poppate frequenti cambiando la posizione.
  • Attaccate il piccolo prima al seno dolente.
  • Fate impacchi di acqua calda sull’areola e soprattutto prima della poppata per facilitare la fuoriuscita del latte.
  • Favorite lo svuotamento del seno con un tira latte.

Mastite

Se l’ingorgo mammario si trascura può aggravarsi ed evolversi in mastite. Il seno interessato è dolente e ha una macchia rossa e calda. La mamma avverte un malessere generale, il dolore è intenso e la febbre alta, supera di norma la temperatura di 38,5 gradi.

In questo caso può essere necessario un antibiotico, compatibile con l’allattamento, sempre su suggerimento del medico. Mai trascurare i primi segnali di ingorgo mammario perché poi la situazione si potrebbe complicare.

Utili certamente sono gli impacchi di acqua calda, le poppate frequenti, ma è necessario sempre consultare un medico.

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