Alla base del successo dell’allattamento ci sono alcuni fattori: contatto pelle a pelle mamma bambino, evitare bagnetti invasivi, rispettare i tempi del neonato. Il piccolo appena nato vorrà sentire l’odore della mamma e cercherà subito il seno non solo per sfamarsi, ma per ritrovare il benessere e l’intimità che aveva nel grembo
Mai come in questo caso vale il detto “chi ben comincia è a metà dell’opera…”
Permettere alla mamma e al bambino rimanere in contatto pelle a pelle subito dopo il parto, indisturbati, anzi protetti dall’eccesso di invasività di fattori esterni, serve ad attivare una serie di riconoscimenti e istinti che sono alla base di un successo dell’allattamento.
Cosa fare subito dopo il parto per allattare
Il bambino posto sull’addome della mamma guidato dall’olfatto cercherà il seno. Non lo farà solo per sfamarsi all’istante, non ne ha bisogno, fino a pochi minuti prima era ancora attaccato al cordone ombelicale e ha ricevuto tutte le sostanze nutritive necessarie. Lo fa principalmente per aiutare la mamma a completare il parto, espellere la placenta e prevenire l’eccessiva anemizzazione grazie all’attivazione dell’ormone chiamato l’Ossitocina. Ecco perché la mamma e il bambino sono una diade, hanno bisogno l’uno dell’altro, reciprocamente, per funzionare al massimo.
Il bambino subito dopo il parto è in uno stato di allerta e si calma grazie al contatto con la mamma, e la mamma da parte sua appagata dalla visione del figlio viene sollecitata a compiere un gesto che da millenni accompagna l’umanità, stringere il bambino in un abbraccio e porgerli il seno.
Spesso tutto accade in una posizione semi reclinata della mamma, quando il bambino è sdraiato con tutto il suo corpicino sopra il petto di mamma, nudo, eventualmente con il pannolino, e coperto esternamente da un panno caldo e un cappellino, per non disperdere il calore.
Anche se sappiamo che la mamma è ben preparata a riscaldare il figlio in quanto l’area tra i due seni ha la temperatura anche di 4 gradi in più rispetto a tutto il resto del corpo, tuttavia nelle sale parto spesso la temperatura è bassa per prevenire il rischio infettivo e allora abbiamo bisogno di questa copertura esterna in più.
Alcune buone pratiche per avviare l’allattamento
La buona pratica è non fare il bagnetto immediatamente dopo il parto e prima che il bambino e la mamma rimangano in contatto pelle a pelle per almeno un’ora, ma solo di asciugare per bene la testa e il corpo del piccolo.
Perché è cosi importante? Perché il bagnetto priva il bambino della sua migliore crema idratante, cioè della vernice caseosa, la sostanza bianca e grassa che ricopre la pelle dei neonati. Negli anni passati purtroppo veniva rimossa a suon di strigliate con il sapone e gli altri detergenti esponendo eccessivamente la pelle a secchezza. Ma il danno maggiore comunque è costituito dalla privazione della guida odorosa per il bambino.
La vernice caseosa ha un odore simile al liquido amniotico in cui è immerso il bambino prima di nascere e pensate la meraviglia della diade, anche il seno materno ha questo odore grazie alle secrezioni di piccole protuberanze del capezzolo che si chiamano le ghiandole Montgomery.
Il bambino annusa la sua manina non lavata con un poco di vernice caseosa conservata nelle pieghe e riconosce un odore simile nel capezzolo verso il quale si dirige. Anche la mamma durante l’allattamento dovrebbe evitare di usare prodotti chimici con gli odori forti che potrebbero confondere il bambino (deodoranti, profumi, detersivi per la biancheria) .
Iniziare l’allattamento al seno con il contatto pelle a pelle ( Breast Crawl)
Inizialmente il bambino poggiato nelle vicinanze del capezzolo inizierà a toccarlo, quasi picchettandolo, lo leccherà, poi finalmente lo avvolgerà con le labbra e inizierà a succhiare. Lo farà con calma, riposandosi a tratti appoggiato sul seno, ma se lo volessimo spostare riprenderà la suzione per dire che non è giunto il momento di finire.
Spesso la manina si poserà accanto al seno in un gesto di un felice possesso, anche qui non è casuale ma il tatto serve a sollecitare l’ossitocina che è responsabile della secrezione del latte.
Questi sono momenti da godersi in tre: mamma, papà e bambino, lontani da tutto e tutti grazie alla sensibilità di una nuova intimità che permette di ritrovarsi uniti anche nella più rumorosa corsia ospedaliera.
Il bambino cerca il seno per dare un segnale forte della sua presenza. Arrivare al seno e succhiare è un modo per affermare il suo vigore e la necessità impellente di essere nutrito. Svuotando il seno dà il segnale per l’ avvio della successiva fase di lattazione, cosiddetta montata latte.
Il colostro che inizia a essere prodotto già nel corso della gravidanza e poi nei primi giorni postpartum dovrà essere sostituito presto dal latte maturo. La produzione del latte avviene grazie al rilascio dell’ormone chiamato Prolattina che si secerne dopo la suzione del seno, e più spesso il seno viene svuotato più latte verrà prodotto. Il bambino che si vuole attaccare al seno frequentemente nei primi giorni non è sinonimo del bambino che non si sazia ma di un bambino previdente che si prepara le risorse per le future poppate.
Dopo la prima poppata il bambino potrà cadere in un sonno ristoratore. L’esperienza del travaglio e del parto è stata sostituita dall’appagante dimensione di ritrovata vicinanza con la mamma e dalla novità di sapore dolce del latte.
I tre passi da compiere per il buon avvio dell’allattamento sono:
- allattare il più presto possibile dopo il parto,
- favorire il contatto pelle a pelle,
- non avere fretta e rispettare i tempi del bambino.