Controlli pre-concezionali: quali fare?

Controlli pre-concezionali

Semplici suggerimenti per una corretta conduzione della gravidanza

La gravidanza è uno dei momenti più importanti nella vita di una donna e prevede una scelta responsabile di coppia.

È una fase di intima riflessione in cui ogni donna esprime momenti di intensa emozione, proiettandosi verso un mondo sconosciuto, ricco di innumerevoli sensazioni che sembrano svelare l’incognito significato della vita.

Eppure questa importante fase della vita viene spesso vissuta senza adeguate attenzioni.

La gravidanza è certamente un processo fisiologico che deve evolvere con spontaneità e naturalezza. Ma talvolta è necessario affrontare evenienze che possono variare le proprie abitudini per raggiungere, favorevolmente, un esito finale.

Noi sappiamo che qualsiasi condizione patologica, prima di essere curata deve essere prevenuta.

Lo stato di gravidanza, pur essendo, come abbiamo detto, un evento naturale fisiologico, richiede un “doppia prevenzione” perché deve salvaguardare, insieme, la salute della madre e quella del nascituro.

A tal proposito, è necessario informare la coppia sulle tappe più importanti da seguire per una prevenzione prima del concepimento, prima cioè di dover affrontare una gravidanza (profilasi pre-concezionale).

Controlli pre-concezionali

Come abbiamo già detto, è rivolto a tutte le coppie che intendono programmare una gravidanza e si avvale di una serie di esami atti a valutare la salute di entrambi i partners.

Controlli pre-concezionali per partner maschio

L’uomo dovrà eseguire delle indagini di controllo, piuttosto semplici, per valutare il proprio stato di buona salute e in aggiunta per escludere la possibilità di trasmissione di malattie infettive.

A tal proposito è necessaria l’esecuzione dei seguenti test:

  • L’elettroforesi dell’emoglobina, per escludere il rischio di trasmettere la talassemia (anemia mediterranea).
  • Il gruppo sanguigno ed il fattore Rh
  • La sierodiagnosi (ossia la ricerca dello stato immunitario) per la sifilide. La ricerca del virus dell’epatite e del virus dell’ AIDS (HIV).

Controlli pre-concezionali per partner femminile

Le indagini maggiori coinvolgeranno, prevalentemente, la donna che all’inizio della gravidanza, o appena prima, dovrà eseguire vari esami di laboratorio, tra i quali il gruppo sanguigno con determinazione del fattore Rh. Nel caso in cui quest’ultimo fosse negativo potrebbe scatenarsi, in corso di una gravidanza, una reazione anticorpale verso il feto Rh positivo con gravi conseguenze per i suoi globuli rossi Rh positivi che verrebbero distrutti dagli anticorpi materni anti-Rh positivi.

Di grande interesse risulterà, specialmente nella nostra Regione, lo studio elettrofonetico dell’emoglobina che permette di studiare la trasmissione della talassemia o anemia mediterranea nella coppia. Un eventuale stato di portatore sano nella donna obbligherà l’estensione del test anche al partner maschile. Se entrambi i coniugi sono portatori sani esiste il 25% di rischio di avere figli malati (talassemici).

Un altro problema da affrontare riguarda la prevenzione dalle malattie infettive che ha riscontrato un particolare interesse, specialmente in questi ultimi anni.

D’altronde, durante una gravidanza uno stato infettivo può compromettere la salute della gestante ma maggiormente quella del feto per il quale non sempre una somministrazione farmacologica può essere efficace.

In genere, le malattie infettive che ci riguardano più dettagliatamente sono:

  1. La Toxoplasmosi
  2. La Rosolia
  3. L’Epatite
  4. L’AIDS
  5. L’Infezione Erpetica
  6. La Sifilide

Descriveremo, in sintesi, le prime quattro.

La Toxoplasmosi

È una malattia infettiva abbastanza diffusa, trasmessa all’uomo dal gatto attraverso l’ingestione di carni o verdure crude contenenti il parassita. Se la malattia colpisce una donna, in stato di gravidanza, i danni sono più gravi nei primi mesi che nei successivi. Il feto può essere danneggiato al livello celebrale (ritardo mentale) e/o oculare.

La Toxolasmosi può essere diagnosticata tramite test sierologici che rivelano la presenza o assenza dell’infezione (toxo-test).

In casi dubbi si può ricorrere, oggi, alla ricerca diretta del parassita con la tecnica PCR su liquido amniotico (mediante amniocentesi).

È intuitivo che ogni donna debba sottoporsi all’indagine sierologica per conoscere il proprio stato immunitario. Nel caso non fosse immune, ai fini di prevenire la malattia, dovrà evitare il contatto con gatti e cani, mangiare carni ben cotte e verdure sempre ben lavate, evitare di maneggiare la terra. E dovrà ripetere il test se è in gravidanza ogni mese.

La Rosolia

È un infezione virale che può causare gravi danni al feto se la madre la contrae durante il primo trimestre di gravidanza.

Il virus può, infatti causare gravi malformazioni congenite, per lo più cardiopatie, cataratta e sordità.

Al primo controllo medico, tutte le gravide dovranno eseguire il Rubeotest. In teoria, il test dovrebbe essere praticato già a tutte le adolescenti per effettuare una vaccinazione preventiva a quelle che risultino negative.

L’Epatite Virale

L’epatite è un’infezione per la quale possono esservi dei portatori sani, cioè soggetti che sono in grado di trasmettere la malattia senza accusarne i sintomi. Occorre, quindi, accertare che la gestante non sia una portatrice sana per potere impostare eventuali misure preventive per il figlio. La ricerca sierologica potrebbe essere eseguita prima di una gravidanza o all’inizio del terzo trimestre. Sarebbe utile in fase preconcezionale  nelle donne negative eseguire una adeguata vaccinazione.

L’A.I.D.S.

È, senza debbio, la malattia infettiva di cui, oggi, si parla con maggiore frequenza, si tratta della Sindrome da Immunodeficienza Acquisita.

Si è stabilito che anche la trasmissione verticale (madre-feto) è una modalità accertata di contagio.

Peraltro una donna che ha una partner sessuale sieropositivo, sia che abbia il test per l’HIV (Human Immunideficiency Virus) negativo o positivo ha certamente un rischio maggiore di ammalersi di A.I.D.S. e qualora abbia una gravidanza, di trasmettere l’infezione al figlio.

A tal proposito sarebbe utile programmare un accertamento sierologico per l’H.I.V., almeno in occasione della prima visita prenatale di ogni donna ed in occasione di ogni ricovero per aborto o parto.

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