Attaccamento genitori-figli; perché condiziona il loro futuro

Attaccamento genitori-figli, perché condiziona il loro futuro
Attaccamento genitori-figli, perché condiziona il loro futuro

Tutti i bambini sviluppano entro i primi 8 mesi di vita uno stile di attaccamento con i genitori, diverso in relazione al tipo di legame che si instaura fra loro. L’indicatore per eccellenza che il legame di attaccamento è stabilito è rappresentato dall’angoscia da separazione e dal modo in cui viene affrontata dal bambino.

Questo significa che il modo in cui il bambino reagisce a separazione e distacco dal genitore o dalla figura parentale di riferimento (c.d. caregiver), riuscendo a farvi fronte o meno, dipende dal modo in cui è stato costruito nel tempo il legame di attaccamento.

Quest’ultimo si protrae fino all’adolescenza, quando ci si allontana dalla relazione con i genitori per costruire rapporti amicali e amorosi con i pari, i coetanei; ma continua a influenzare per tutta la vita le relazioni. Si tenderà cioè a riproporre da adulti la stessa dinamica che caratterizzò il rapporto con la figura di riferimento; e di cui la gestione del distacco è manifestazione.

Stili di attaccamento

Stile sicuro

Il bambino si affida alla figura di attaccamento, sopporta di esserne separato perché non teme l’abbandono: avendo la certezza che il caregiver farà sempre e presto ritorno, mantiene tranquillità e sicurezza in un ambiente sconosciuto.

Questa sicurezza deriva dal fatto che la figura di riferimento è attenta ai segnali del bambino, e si è mostrata protettiva, amorevole. Ciò fa sì che il bambino abbia fiducia in se stesso e negli altri; sia sereno, gioioso; si senta amabile e sospinto a esplorare il mondo senza paura, sapendo che in caso di pericolo potrà contare sul sostegno del caregiver.

Stili insicuri

Stile evitante

Il bambino è convinto che sarà rifiutato se chiederà aiuto. Tenderà quindi a fare riferimento solo a se stesso, a non avere fiducia negli altri; a evitare le relazioni, e comunque il coinvolgimento emotivo.

Ciò deriva dal fatto che la figura di attaccamento è rifiutante ogni volta che il bambino chiede protezione o conforto. 

In condizioni di separazione, si fa convinto che il genitore con tutta probabilità non tornerà, e che dovrà fare affidamento solo su se stesso; pertanto, esplora il mondo in solitudine, illudendosi di essere emotivamente autosufficiente.

Stile ansioso-ambivalente

Quando la figura di attaccamento è disponibile in alcune occasioni ma non in altre, e le separazioni sono frequenti, il bambino non ha la certezza che la figura di attaccamento sarà disponibile a prestargli aiuto, ove ne abbisogni.

Il bambino pensa di non meritare di essere amato e non si lancia nell’esplorazione dell’ambiente, è esitante, ansioso; non sopporta i distacchi prolungati, che ingenerano in lui la paura dell’abbandono, soprattutto quando questa venga usata dal caregiver come minaccia, divenendo un mezzo coercitivo.

Il bambino tende all’evitamento della relazione, non chiede aiuto per il timore che non lo riceverà; ma non ha neppure fiducia in se stesso, perciò resta come sospeso, immobilizzato, e in lui è prevalente, come nel bambino evitante, l’emozione della tristezza.

Stile disorientato-disorganizzato

E’ proprio di quelle situazioni in cui il bambino prova paura nei confronti della figura di attaccamento, la quale invece di fornirgli protezione, è percepita come fonte di pericolo.

La risposta disorganizzata è conseguenza del fatto che il bambino non riesce ad adottare né comportamenti di allontanamento, né di avvicinamento: da una parte ha bisogno di conforto, ma quella stessa figura da cui lo vorrebbe, lo impaurisce.

Al momento della separazione, il bambino piange, strilla, si butta sul pavimento oppure scappa, gira in tondo, è irrequieto.

Rientrano nei casi di attaccamento disorganizzato anche quelli in cui il bambino si muove verso la figura di attaccamento, ma tiene la testa girata in altra direzione, in modo da evitarne lo sguardo.


Lo sviluppo di una personalità armonica dipende dal fatto che il legame di attaccamento sia stato adeguato, quindi rispondente alle caratteristiche dello stile sicuro.

Ogni volta che da adulta la persona si troverà in situazioni che rievocano lo stato di angoscia o depressione tenderà a reagire nello stesso modo in cui ha vissuto il distacco dalla figura di attaccamento in età infantile.

Quindi il modo in cui le relazioni vengono vissute da adulti è condizionato fortemente dal modello di attaccamento.

Ciò richiama i genitori a una precisa responsabilità nei confronti dei figli, imparando a essere attenti e protettivi, seppure, naturalmente, non soffocanti.

Ciò farà sì che la separazione che inevitabilmente avverrà fra il bambino e il genitore non costituirà una situazione traumatica che condizionerà negativamente lo sviluppo della persona e le modalità di interazione con gli altri.

La capacità del bambino di gestire il primo distacco, connessa, come detto, allo stile di attaccamento predice la creazione di relazioni sane e soddisfacenti nel futuro.

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Eva Quattrocchi
Sono approdata al trattamento dei traumi partendo dalla gestione dello stress, attraverso diverse tecniche in cui mi sono formata nel corso di molti anni (tra le quali: Eft, Training Autogeno, Respirazione Olotropica,  Psych-k,). Inizialmente me ne sono occupata come psicologa clinica e giuridica, grazie alla mia doppia formazione professionale - laurea in Giurisprudenza; laurea in Scienze Psicologiche Applicate e laurea magistrale in Psicologia Clinica (conseguite con il massimo dei voti) -. Successivamente, ho optato in via esclusiva per l'ambito clinico, occupandomi, in particolare, di disturbi di personalità, soprattutto nell'ambito della tutela delle vittime di narcisista patologico; nonché di tematiche connesse alla genitorialità. Svolgo sessioni in presenza e online. Sono iscritta all'Albo A) degli Psicologi della Regione Sicila e all'Albo dei periti presso il Tribunale di Palermo. Telefono: 0039 3333344721

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