Nel periodo autunnale avviata l’attività prescolare, il genitore si pone l’interrogativo di quale sia l’età giusta per orientarlo allo sport e quale attività fisica sia adatta per il proprio figlio. Ecco la domanda giusta è: quale attività fisica fargli fare?
L’offerta formativa è incredibile: dal calcio, alla pallavolo, passando per il ballo caraibico e le arti marziali, ma per cercare cosa?
Quello di cui ha bisogno il bambino in età prescolare è fare attività fisica magari con i genitori e non sportiva (sport e attività fisica non sono neanche sinonimi).
Cosa si può fare per sviluppare la motricità del proprio figlio?
Nei primi mesi di vita il “tummy time” (il tempo in cui il neonato gioca stando a pancia in giù) è importante per lo sviluppo ed il rafforzamento soprattutto dei muscoli del collo, ma anche della testa e delle spalle. Già dal primo mese di vita si può iniziare con pochi minuti di tummy time, due o tre volte al giorno, per poi aumentarne la durata gradualmente.
Sempre nel primo anno di vita è possibile avviare il neonato alla confidenza con l’acqua: una volta chiusa la cicatrice ombelicale si può portare in piscina il neonato; purtroppo alcune piscine si rifanno a inspiegabili regole mediante le quali accettano il neonato solo dopo il III-VI mese di vita.
Quando comincia a camminare, l’attività più facile da fargli fare è la passeggiata: semplice, economica ed efficace. Posti dove portare i propri figli a fare una passeggiata ce ne sono ovunque, anche nelle città. Bisogna trovare tempo di farlo: l’attività motoria che promuova il benessere, dovrebbe essere graduale fino a mantenersi sui 20-30 minuti 3 volte a settimana, deve avere come finalità il gioco e un pochino di fisicità. Dopo il primo anno si può aggiungere anche la bicicletta.
Come al solito il buon esempio è la miglior attrattiva; i miei figli mi accompagnano durante il risveglio muscolare con lo stretching mattutino, o la fase di riscaldamento prima degli allenamenti della giornata.
Dai 3 anni è possibile abbinare all’attività fisica anche altri attrezzi: palla, palline, corde, ecc. I bambini si lasciano facilmente attrarre da attività fisiche divertenti che lascino spazio soprattutto alla scoperta, ma con poche e semplici regole.
Le regole di prevenzione per una sana attività fisica sono quelle del buon senso:
- cercare una piscina con acqua riscaldata apposita per i neonati e fare sorveglianza attiva, non forzarlo all’apnea e non farlo forzare all’apnea se non la tollera (ma questo dovrebbe saperlo un buon istruttore).
- Fare passeggiate in posti chiusi al traffico (magari anche delle biciclette).
- Far indossare sempre il casco quando va in bicicletta.
E lo sport quando si comincia a praticare?
Per l’attività sportiva intesa come attività di gruppo con regole da seguire, la si può iniziare nel periodo scolare. Ha la finalità di far apprendere la socializzazione, la correttezza della competizione, la gestione di una vittoria e l’accettazione di una sconfitta.
E’ fondamentale il ruolo del genitore anche nell’avviamento allo sport:
- La disciplina sportiva deve essere scelta dal bambino e non deve essere imposta dal genitore;
- Dopo che ha scelto il tipo di sport è probabile che dopo alcuni mesi, manifesti la volontà di interrompere quell’attività e di volerne provare un’altra; sarà compito del genitore cercare di capirne il motivo (a volte è legato ad incompatibilità o con l’allenatore o con i compagni).
- Insistere in una pratica sportiva che non da soddisfazione al bambino, è probabile che aumenti la frustrazione per entrambi (adulto e bambino), in questi casi è opportuno farlo smettere e aspettare che da più grandicello ne faccia richiesta.
- Quanto mai inopportuno da parte del genitore è l’induzione di atteggiamenti troppo competitivi e aspettative di successo: tutto questo è assolutamente antisportivo.
Altro ruolo fondamentale nella pratica sportiva è trovare un giusto allenatore che sappia proporre il divertimento, il miglioramento psicofisico con l’educazione alla vittoria e alla sconfitta senza creare tensioni, deve inoltre avere la competenza di valutare i carichi di lavoro adatti ad ogni bambino (in questo periodo lo sviluppo motorio non è per tutti lo stesso) e deve essere in grado di saper praticare un buon primo soccorso in caso di infortunio dei piccoli atleti.
Articolo di Riccardo Ristori – responsabile scientifico Salvamento Academy