Bambini “tiranni”: chi sono e come si comportano

Bambini "tiranni": chi sono e come si comportano
Bambini "tiranni": chi sono e come si comportano

Esistono bambini che comandano i loro genitori, sono i bambini tiranni. Alla base c’è un modello educativo sbagliato privo di regole. Il bambino tiranno presenta caratteristiche ben precise. È importante rivolgersi a uno specialista per tempo

È un tipo di problema che molto spesso le famiglie non riconoscono e non accettano: stiamo parlando di bambini che riescono a comandare i propri genitori. Arroganti, prepotenti e dispotici, dagli esperti di pedagogia vengono definiti “bambini tiranni” o “bambini imperatore”. La causa è quasi sempre un modello educativo sbagliato, che non tiene conto dell’esigenza primaria di un bimbo: avere delle regole. Ecco come riconoscere e come intervenire se il bambino è un piccolo tiranno.

Riconoscere un bambino “tiranno”

Un “bambino tiranno” è, per definizione, colui che prende decisioni al posto degli adulti. È un individuo, di età inferiore ai 13 anni che, posto davanti a delle scelte, non è in grado di decidere in maniera conscia e consapevole e impartisce ordini. Il fenomeno assume picchi di violenza in particolare nell’adolescenza (periodo già di per sé “sensibile” a causa dei cambiamenti che avvengono – nei giovani – a livello fisiologico, sessuale, emotivo e psicologico e dei processi di ricerca di una propria identità e indipendenza rispetto ai genitori).  Si manifesta soprattutto quando in famiglia non vengono poste delle regole bene precise. Il bambino quindi decide, i genitori eseguono e, ripetendosi nel tempo, questi ultimi, da figure di riferimento principali, si trasformeranno in veri e propri maggiordomi. Esaudire i desideri del figlio è sicuramente compito di papà e mamma, va però capito in che modo questi bisogni vadano soddisfatti. Se è questa l’idea che vi siete fatta per avere figli felici, beh, siete fuori strada. Il bambino tiranno diventerà infatti dispotico e arrogante e sfiderà l’adulto con una certa naturalezza perché non ha di fronte un modello educativo serio ed equilibrato. È molto facile capire se un bambino è affetto dalla “sindrome dell’imperatore”, perché presenta le seguenti caratteristiche:

  • Possiede una personalità dai tratti tipici dell’egocentrismo: non sviluppano empatia e sentimenti verso gli altri;
  • Ha una scarsa tolleranza per la frustrazione;
  • Non sa controllarsi e nemmeno gestire i propri sentimenti e le proprie emozioni;
  • Non tollera che le proprie esigenze non siano rispettate;
  • Conosce le debolezze degli altri;
  • L’ edonismo profondo: il bambino cerca il suo piacere, non ha sviluppato alcun senso del dovere e del rispetto degli altri o dei compromessi di una vita di comunità.

Cause e analisi del problema “bambini tiranni”

Osservando meglio il comportamento di questi bambini “imperatore”, possiamo notare che alla base c’è, nella maggior parte dei casi, un disagio da non sottovalutare. La risposta, purtroppo, va ricercata nel metodo educativo proposto, al tipo cioè di educazione che i genitori impartiscono. Molto spesso infatti, i genitori,sono convinti che sia sbagliato rimproverare, porre dei limiti e rinunciare a qualche “no” preferendo un metodo educativo passivo e troppo permissivo. Difficilmente questi bambini riescono a controllarsi e a saper gestire i propri comportamenti non sempre positivi tanto da mandare allo sfinimento i genitori. Tale atteggiamento da generale va a ripercuotersi non soltanto in famiglia, ma anche nel gruppo di pari e con altri adulti, come gli insegnanti per esempio. La differenza sostanziale è che mentre in casa i genitori pur di far smettere questa tirannia assecondando le varie richieste, a scuola o in altri luoghi i desideri del bambino non sempre si possono esaudire portando un peggioramento con urla o insulti non indifferente. Anche con i coetanei i problemi, purtroppo, non mancheranno perché il piccolo tiranno verrà escluso e difficilmente gli altri bambini vorranno giocare con lui. Quando sono ancora piccoli, crediamo di avere ancora molto tempo per porre rimedio a questo loro “cattivo” atteggiamento, dimenticandocene o sottovalutando il cuore del problema. Il problema sorge quando arriva l’adolescenza e ci ritroviamo avvolti da una voragine di azioni contraddittorie che possono sfociare nell’aggressività. Questo passo verso la maturità viene fatto in un ambiente che loro considerano “corretto”. E nel frattempo, sprecano il proprio tempo credendo di godersi la vita, ma in realtà stanno perdendo momenti preziosi. Per questo motivo è così importante, in quanto genitori, impegnarsi ad insegnare ai nostri figli il valore dello sforzo, perché sappiano che è importante essere responsabili e rispettosi nei confronti degli altri.

Intervenire con il giusto metodo educativo per indirizzare i bambini tiranni

Il training prima di tutto. Come suggeriscono gli esperti, anche durante il corso preparto o subito dopo la nascita del bambino, la coppia dovrebbe frequentare dei corsi o dei seminari per futuri genitori per avere un’idea chiara sui possibili errori da evitare. Impartire delle regole che delimitino chiaramente quelli che sono i suoi confini e la coerenza nella condivisione di esse da parte dei genitori, sono alla base di un metodo educativo sano. Attenzione però. Stabilire delle regole non significa comandare. Semplicemente, vuol dire permettere ai bimbi di essere bambini. E di esercitare il proprio ruolo genitoriale, come è giusto che sia. I bambini, infatti, hanno una capacità cognitiva diversa da quella di un adulto. La loro autostima, la certezza che per qualunque cosa ci sarà un adulto ad aiutarli, si forma dando loro dei limiti e lasciando spazi di autonomia all’interno di quei limiti. Opportuno sarà, per esempio:

  • Stabilire regole e limiti (in base all’età e alla maturità del bambino);
  • creare nuove routine: orari per mangiare, fare i compiti, piccoli aiuti in casa in base all’età, andare a dormire ad una determinata ora;
  • indicazioni precise su come regolare il tempo libero, le conseguenze di comportamenti sbagliati;
  • insegnare a gestire le emozioni in modo assertivo;
  • migliorare la loro autostima per aiutarli ad affrontare ogni situazione o problema in modo positivo.

Non serviranno le minacce, le urla o qualche piccolo schiaffo: sarà importante fissare delle regole, valide per ogni membro familiare, nel rispetto dei differenti ruoli e posizioni, che tutti devono iniziare a rispettare. Se la situazione è particolarmente impegnativa, occorrerà richiedere un supporto professionale di un educatore o uno psicologo.

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