Iwona Kazmierska, responsabile della Banca del latte umano donato dell’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo, spiega le virtù del “farmaco salvavita” che è importantissimo per la salute dei bimbi più piccoli
Latte materno alimento principe per i neonati. La fa da padrone nel confronto con latte artificiale, soluzioni glucosate, e altri cibi che il bambino assume nel primo anno di vita.
Insomma i benefici del latte materno sono svariati per il bambino e per la mamma, a volte capita però che un bebè nato pretermine non possa attaccarsi subito al seno perché è troppo piccolo, perché è in terapia intensiva neonatale oppure perché è stato sottoposto a un intervento chirurgico.
In questi casi si usufruisce del latte umano donato da altre mamme conservato accuratamente all’interno della Banca del latte, che a Palermo esiste dal 2005 all’ospedale Buccheri La Ferla.
A Palermo la Banca del Latte donato Umano
A crearla è stata Iwona Kazmierska, pediatra e neonatologa.
«Abbiamo superato concrete difficoltà – ricorda Kazmierska – perché ci servivano locali e attrezzature e, fattore più importante, ci occorreva una pastorizzatrice piccola. Grazie al sostegno della direzione dell’ospedale siamo riusciti ad acquistare il necessario e a cominciare questa esperienza meravigliosa».
Un bel traguardo per il capoluogo siciliano che così può ottimizzare l’assistenza nutrizionale per i neonati ricoverati.
«Principalmente il latte umano donato è destinato ai bambini che nascono prima della trentaduesima settimana e pesano meno di 1.500 grammi, poi ovviamente lo diamo anche ai più grandi – spiega la specialista – se abbiamo una congrua disponibilità.
Questi bambini prematuri, immaturi dal punto di vista fisiologico tanto da non riuscire a ciucciare dal seno, spesso sono in incubatrice.
Il primo alimento deve essere latte umano perché rappresenta un imprinting per tutto il microbiota. Il primo alimento è quello che seleziona la futura flora intestinale.
Se il piccolo assume la formula o la soluzione glucosata la sua crescita sarà condizionata negativamente. Dunque se c’è la possibilità è molto importante che il neonato assuma per prima le gocce di latte della mamma altrimenti utilizziamo il latte donato».
Non è stato facile creare la Banca del Latte nell’ospedale palermitano, ma con sacrificio e impegno adesso è una realtà che funziona e assiste migliaia di bambini e di mamme.
Rispetto ad altre Banche di Latte più grosse al Buccheri si è creato un sistema unico che permette una tracciabilità reale e consente di alimentare i piccoli con il latte più adatto ai loro giorni di vita.
«Per la prima in Italia – aggiunge – abbiamo utilizzato un sistema che non mescola il latte. Ogni mamma consegna un contenitore con il latte, in cui sono indicati la data della donazione e il giorno del parto. Conoscendo la giornata di produzione, si abbina meglio alle esigenze del bambino prematuro».
Chi può donare il latte
La qualità del prodotto offerto dalla Banca del Latte è garantita da procedure molto accurate: screening delle donatrici, modalità di raccolta e conservazione del latte, controlli fisici e batteriologici, pastorizzazione, documentazione degli atti medico-amministrativi.
Ogni mamma può allattare il proprio bimbo, ma per donare latte bisogna avere certi requisiti.
«La mamma donatrice – sottolinea la neonatologa – deve risultare negativa a epatite B, C e HIV, non deve fumare, né seguire regimi alimentari particolari, non deve aver fatto trasfusioni e piercing nei dodici mesi precedenti alla donazione».
Purtroppo il latte donato al Buccheri La Ferla non è sufficiente. «Abbiamo latte – chiarisce – per coprire solo il fabbisogno dei piccoli in terapia intensiva, chiediamo a tutte le mamme di donarlo perché, se ne avessimo di più, potremmo aiutare altri bambini che nascono pretermine».
Il latte materno non è solo un alimento. È come un farmaco salvavita – conclude Kazmierska – perché è dimostrato che i bambini allattati con latte materno o umano donato sono meno colpiti da enterocolite necrotizzante, una patologia temibile che in alcuni casi provoca la morte.
Sono meno obesi, crescono in modo regolare, evitano il rischio di ipertensione e di altre complicanze. Il bambino pretermine è piccolo sì, ma non deve crescere troppo velocemente, deve mantenere la regolare crescita e il latte materno è un valido aiuto».