Bullismo: l’origine della violenza e come riconoscere una vittima

Bullismo: l'origine della violenza e come riconoscere le vittime

Prima di parlare di Bullismo è fondamentale affrontare l’origine dei comportamenti violenti e l’influenza della famiglia nello sviluppo di tali condotte.

Come confermato da molti studi in campo psicologico, l’apprendimento di atteggiamenti violenti si verifica prima di tutto attraverso l’identificazione con i modelli relazionali all’interno del proprio nucleo familiare.

Lo stile educativo per prevenire condotte aggressive

Un bambino che cresce in un ambiente familiare ostile , aggressivo, minacciante, pone le basi per la formazione di una personalità che tenderà ad utilizzare la rabbia come autodifesa,  per non farsi sopraffare da quel contesto che mette a repentaglio la sua vita.

Dunque mette in atto atteggiamenti di aggressione e frustrazione che crede siano utili per riuscire a manipolare l’ambiente circostante.

Soggetti con esperienze negative di vita vissute nell’infanzia avranno meno capacità empatiche, sviluppando anche scarse capacità di superamento di situazioni stressanti.

Se invece un bambino sin dalla nascita vive in un ambiente amorevole che risponde adeguatamente ed emotivamente ai suoi bisogni primari e secondari, inconsapevolmente verrà trasmesso ad egli la capacità di amare e di controllare i propri impulsi.

Studi scientifici affermano che bimbi cresciuti in contesti sani ed equilibrati hanno maggior capacità di aiuto nei confronti altrui, presentano caratteristiche empatiche elevate, sono fiduciosi verso sé stessi, hanno spirito di iniziativa, sono capaci di affrontare ogni sconfitta facendo riferimento alle proprie risorse.

Diventare genitori è un evento positivo ma complesso, ancor di  più lo è riuscire a trovare uno stile educativo idoneo per la crescita dei propri figli.

All’interno del proprio ambiente familiare è indispensabile che i bambini non crescano in un ambiente che utilizzi uno stile educativo Autoritario, respingente e trascurante, né troppo iperprotettivo,  negando così ogni atto di autonomia utile per sperimentare le prime esperienze di vita ed accrescere la propria autostima.

E’ stato ipotizzato e verificato che lo stile preferibile è quello Autorevole ma allo stesso tempo empatico.

E’ importante che i genitori riconoscano i bisogni dei propri figli, che condividano con loro opinioni e obiettivi, fornendo allo stesso tempo regole familiari precise da rispettare, regole adeguate ai loro bisogni, esigenze e all’età dei propri bambini.

Soggetti che, invece, subiscono stili educativi sbagliati potrebbero sviluppare e dare origine a  condotte aggressive nei confronti altrui, sfociando in  comportamenti da bulli, poiché, soltanto attraverso un controllo manipolativo sugli altri,  riescono a sostenere stati particolari di insoddisfazione.

Segnali utili per comprendere se i nostri piccoli subiscono atti di bullismo.

Purtroppo i bimbi che subiscono violenza al di fuori della propria famiglia, spesso per un senso di vergogna evitano di parlarne. A nostro discapito l’ambiente all’interno del quale si verificano maggiormente atti di bullismo è proprio la scuola.

E’ importante riuscire a cogliere dei segnali utili che potrebbero aiutarci a capire se c’è qualcosa che non va in quel periodo.

SEGNALI DI ALLARME:

  • i bimbi si presentano ansiosi e spesso presentano anche nausea e vomito prima di recarsi a scuola;
  • presentano disturbi psicosomatici (pipì nel letto, mal di pancia, ecc…) durante il periodo scolastico che scompaiono in vacanza;
  • torna a casa con dei lividi e/o fogli o libri stracciati;
  • non vengono invitati alle feste di compleanno;
  • preferiscono giocare da soli;
  • si mostra aggressivo anche in casa;
  • mostra tristezza e malinconia;
  • non svolge bene i compiti e difficoltà di attenzione;
  • è evasivo e non confida i suoi stati di preoccupazione;
  • comincia a fare cose che non ha mai fatto o contrarie al suo carattere.

Se il vostro bambino è vittima di Bullismo è fondamentale avvisare il Dirigente scolastico, le maestre e pensare; eventualmente, ad un supporto psicologico che lo aiuti ad affrontare il senso di colpa e di umiliazione.

Per tale motivo bisognerà lavorare, in maniera univoca, sull’autodeterminazione e sull’autostima del bambino, per aiutarlo e sostenerlo nel difendersi dagli attacchi esterni, senza ricorrere a sua volta a comportamenti altrettanto aggressivi e violenti.

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