Disabilità: Comunicazione e Autodeterminazione

Disabilità: Comunicazione e Autodeterminazione
Disabilità: Comunicazione e Autodeterminazione

La comunicazione è uno scambio interattivo fra due o più partecipanti, dotato di intenzionalità reciproca e di un certo livello di consapevolezza, in grado di far condividere un determinato significato sulla base di sistemi simbolici e convenzionali secondo la cultura di riferimento. Non si può non comunicare, anche il silenzio, ad esempio, è comunicazione!

La comunicazione viene utilizzata , per conversare, ragionare, per creare o risolvere conflitti. Si comunica anche attraverso la cinesica, la prossemica e quindi attraverso l’uso e il movimento del corpo, la gestualità, la mimica facciale.

Tutto ciò risulta difficile, in certi casi impossibile, per quei soggetti che nella loro vita incontrano diversi ostacoli. Questo  influisce sulla formazione della loro personalità, sul loro livello di autostima e capacità intellettive ed emozionali. Per questo è assolutamente necessario che tutti coloro che gli stanno accanto, dalla famiglia, agli amici, le insegnati e i compagni siano consapevoli della “diversità”, senza però considerare questa come  uno svantaggio ma come una risorsa.

Nella costruzione di un progetto mirato allo sviluppo di risorse e capacità di soggetti diversamente abili è di fondamentale importanza la Comunicazione tra Servizi e le famiglie e tra queste e il contesto di vita del soggetto stesso. Ancora oggi però non siamo in grado di dare le stesse opportunità e diritti a tutti anche se le Leggi esistono. È la nostra mente il nostro modo di vedere gli altri che deve innanzitutto cambiare.

Aspetto psicologico

L’interazione comunicativa, alla base dello sviluppo psicologico di ogni essere umano, è sperimentata già dall’età evolutiva grazie al legame che si viene a creare tra madre e bambino. In particolare tale rapporto, influirebbe sia sulla personalità dell’infante che sulla sua salute mentale.

Gli scambi affettivi con la madre incidono fortemente sulla qualità delle esperienze del bambino. La madre oltre che a comunicare con i gesti, manda anche segnali inconsci con il proprio corpo, attraverso la temperatura, la tensione, la postura e il bambino risponde istantaneamente a tali segnali.

Fin dalle tappe evolutive i processi comunicativi rivestono un ruolo fondamentale, in quanto da essi dipendono il delinearsi dell’Io, i processi di differenziazione, l’evolversi del Sé. Importanti e stimolanti sono tutti quei comportamenti, atteggiamenti, situazioni e contesti in cui un bambino possa accrescere la propria autonomia, possa sviluppare le proprie capacità intellettive e motorie, per questo sono fondamentali tutte le relazioni, in particolare quelle con i propri genitori ed il gruppo dei pari.

L’integrazione dei bambini disabili rappresenta una meta da raggiungere e ha maggiore possibilità di riuscita solo se vengono mutati i comportamenti e gli atteggiamenti degli altri, mettendo da parte i pregiudizi e facendo fronte alle necessità individuali, considerandoli come una risorsa e non come un “problema”.

Si evince quanto sia indispensabile un intervento globale coinvolgendo tutta la rete sociale (famiglia, scuola, Istituzioni) individuando degli obiettivi e tenendo in considerazione e al centro dell’intervento sempre il soggetto stesso.

Disabilità e autodeterminazione

Lo sviluppo di capacità comunicative è rilevante per la crescita di un comportamento autodeterminato che aiuti il soggetto a poter esprimere liberamente i propri bisogni e a partecipare attivamente alla vita sociale. Attraverso il processo relazionale il bambino disabile viene aiutato a superare le difficoltà, facilitando il suo inserimento nel tessuto sociale.

Ogni persona ha delle risorse utili per migliorare la propria qualità di vita, per tale motivo si necessita di interventi educativi volti a promuovere processi di autodeterminazione, per lo sviluppo di capacità fondamentali per la presa di coscienza di sé e dei propri interessi.

Wehmeyer definisce l’autodeterminazione come “l’agire come agente causale primario nella propria vita, compiere delle scelte e prendere decisioni riguardanti la propria qualità di vita, libere da indebite influenze esterne o da interferenze”.

Egli definisce diverse caratteristiche del comportamento autodeterminato, tra cui l’autonomia comportamentale. Questa riguarda l’individuazione, il prendersi cura di sé, l’agire in accordo con le proprie preferenze, con i propri interessi, con  le proprie abilità, l’agire in maniera autonoma nei diversi contesti di vita (casa, tempo libero, lavoro, attività sociali).

Dunque il processo di autodeterminazione è  necessaria per raggiungere l’autonomia del soggetto essa promuove in particolare la possibilità di scelta, comunicare i propri desideri ed aspirazioni , cosicché tali condizioni non limitino la possibilità di far sperimentare le normali esperienze di vita.

E’ di basilare importanza lavorare con la famiglia, anche attraverso il sostegno di gruppi di Auto Mutuo Aiuto, affinché ne favorisca l’autonomia evitando di adottare comportamenti iperprotettivi, che influiscono negativamente sull’autostima e conseguentemente sulla vita quotidiana e futura del minore.

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