Il disturbo dell’apprendimento riguarda bambini con un’intelligenza nella norma. Attenzione, non dipende dall’impegno o dall’esercizio né dalla costanza né dalla volontà del bambino. È importante capire se il problema esiste realmente
Sempre di più oggi sentiamo parlare di disturbi dell’apprendimento. I problemi di apprendimento interferiscono in modo significativo con i risultati scolastici o con le attività della vita quotidiana che implicano capacità di lettura, di calcolo, o di scrittura. È importante che un genitore segua il figlio nell’età scolare soprattutto visto che in questa fase emergono alcuni sospetti se per esempio il bambino non ha molta concentrazione o ha difficoltà nella lettura.
Ecco quali sono i campanelli d’allarme che ci permettono di capire se nostro figlio potrebbe avere un disturbo dell’apprendimento
- non ricorda con coerenza la cronologia degli eventi, sia su presentazione visiva che su presentazione verbale per es. un racconto,
- ha un vocabolario ricco ma la reperibilità ai vocaboli è confusa e difficile.
- si distrae facilmente anche al minimo rumore,
- non riesce a mantenere l’andatura del rigo sia nel caso di allineamento ma anche nel caso di fine-rigo o inizio-rigo,
- particolare lentezza nella lettura e bassa correttezza,
- un’elevata quantità di errori e cancellature,
- confonde i simboli grafici simili per suono per esempio b con p o per somiglianza visiva per esempio d e b,
- impara i numeri solo in sequenza senza saper correlare a essi una vera e propria quantità. Per esempio: non riconosce la relazione tra i più grandi e i più piccoli, il doppio di… o la metà di.
Questi fattori, ancor più a partire dagli 8 anni, sono indicatori di un possibile disturbo dell’apprendimento ovvero un mal funzionamento dei processi coinvolti nelle attività necessarie alla scolarizzazione. È bene confrontarsi con le insegnanti per tenersi sempre pronti a intervenire per salvaguardare l’autostima del bambino e aiutarlo a raggiungere gli obiettivi del programma di classe nel minor tempo possibile.