«Il movimento è alla base di una sana e robusta costituzione del corpo. Garantisce un corretto sviluppo psico-fisico, previene importanti patologie, sviluppa forza, stimola le capacità dei bambini, educa al rispetto delle regole»
Praticare uno sport, si sa, fa bene al corpo e alla mente. È un mezzo attraverso il quale sviluppare la persona, il suo equilibrio e la sua serenità. Anche e soprattutto negli studenti. Una ricerca dimostra infatti che il 48% dei giovani che fanno esercizio fisico, studiano in media tre ore in più alla settimana, perdono meno giorni di scuola e diminuiscono il numero di assenze ingiustificate.
Per tale ragione, la maestra Amelia Musso, della scuola primaria DDS “Karol Wojtyla di Belmonte Mezzagno” con diploma Isef in Educazione fisica, in questa intervista, ci spiega l’impegno a trasmettere agli alunni, fin dai primi anni della scuola primaria, attraverso lo sport, il gusto di fare squadra e i principi educativi che lo sostengono nei progetti scolastici.
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Qual è l’importanza dell’educazione fisica per i bambini, sia dal punto di vista sociale che psicologico e fisico?
«L’educazione fisica è un aspetto fondamentale ed essenziale in età evolutiva. Il movimento è alla base di una sana e robusta costituzione del nostro corpo e per un corretto sviluppo psico-fisico: previene importanti patologie, sviluppa forza, agilità, resistenza e tanto altro. Esso educa alla lealtà, all’amicizia, al rispetto delle regole, all’accettazione delle sconfitte, favorisce e sviluppa lo spirito di gruppo. L’ambiente dello sport, specie all’interno delle scuole primarie, è da sempre un luogo sano che tiene impegnati i giovani studenti in maniera virtuosa, con benefici come lo sviluppo del senso di cooperazione, il rispetto di genitori ed insegnanti, il senso di responsabilità. L’attività fisica, inoltre, limita anche il rischio di obesità e porta a uno stile alimentare più sano ed equilibrato».
Tutti gli insegnanti possono, nelle scuole primarie, impartire lezioni di educazione fisica?
«L’educazione fisica, spesso sottovalutata, viene impartita da un qualsiasi docente nella scuola dell’infanzia e primaria. L’esperienza e gli studi conseguiti da un docente laureato in Scienze Motorie e Sportive fanno la differenza. Il docente preparato, conosce e sa individuare i cambiamenti morfologici caratteristici dell’età, sa predisporre un piano di lavoro appropriato e finalizzato al miglioramento delle prestazioni, corregge eventuali errori di postura o errori legati alle strategie di gioco, è consapevole del diverso grado di abilità degli alunni e tiene conto dei loro limiti fisici. Aiuta a far comprendere le buone abitudini alimentari preservando lo stato di salute dei denti e di tutto il corpo».
Molto spesso i bambini non nutrono particolare interesse per l’ora dedicata all’educazione fisica. Come stimolarli?
«Il mancato interesse per l’ora dedicata all’attività motoria spesso è legato alla sfera emotivo-sociale. La mancanza di stima, le cattive abitudini alimentari, la presenza costante di strumenti digitali inducono a praticare una vita sedentaria. A livello emotivo e cerebrale fare sport rappresenta la prima palestra della vita:
- migliora la postura,
- regala benessere,
- incrementa il rendimento scolastico,
- fa acquisire autostima fisica e sportiva.
Praticare lo sport offre l’opportunità di conoscere a fondo se stessi, di esprimersi serenamente, di ottenere successi personali, di saper interagire socialmente, di divertirsi. Questo ha effetti diretti sul comportamento e il rendimento scolastico, ma soprattutto il senso di autodisciplina acquisito nello sport si riflette anche nell’attenzione in classe e nello svolgimento dei compiti a casa. Le numerose ricerche condotte sull’argomento hanno messo in luce molti effetti positivi di una regolare attività fisica e sportiva: i giovani atleti hanno voti più alti della media, specialmente nella lingua madre e in matematica e fanno meno assenze. L’esperienza motoria, infatti, mette in risalto la capacità di fare dell’alunno, al fine di renderlo costantemente protagonista e progressivamente consapevole delle competenze motorie acquisite e sempre più autonomo nella gestione del suo corpo e dello spazio a lui circostante».
Quanto il Miur ha investito e sta investendo sull’importanza dell’educazione motoria all’interno delle scuole?
«Al MIUR compete istituzionalmente la divulgazione e la trasmissione della cultura e dei valori dello sport. “Sport di Classe”, per esempio, è il progetto promosso e realizzato dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano per diffondere l’educazione fisica e l’attività motoria nella scuola primaria. Da diversi anni è inserito nelle scuole primarie con grande successo: finalmente comincia a prendere campo l’importanza di un corretto programma di educazione motoria avvicinando il sistema scolastico sempre più agli standard europei.
Gli interventi didattici mirano ad allargare il bagaglio dei prerequisiti motorio-sportivi degli alunni affinché, al termine della classe 5°, siano in grado di orientarsi verso la scelta di una o più attività sportive, secondo gli interessi e le predisposizioni personali. L’alunno viene guidato ad acquisire consapevolezza del proprio corpo e della propria individualità tra gli altri. La pratica motoria proposta è finalizzata a far conoscere e sperimentare al bambino le sue potenzialità, valorizzando l’istintivo desiderio di scoperta ed incoraggiandolo a sperimentare con l’azione il suo dominio sul tempo e lo spazio».