Rigurgito e coliche angosciano i genitori nei primi mesi di vita del neonato. «Il latte materno e lo svezzamento possono alleviare i problemi». Lo spiega il gastroenterologo Giuseppe Iacono. Ci parla anche dei cibi consigliati in estate e di una questione “biblica”: quanto tempo deve passare tra il pranzo e il bagno al mare
Il professore Giuseppe Iacono ha un piglio d’altri tempi, ma della pediatria fa un tesoro senza tempo. È stato primario del reparto di Gastroenterologia pediatrica del Di Cristina di Palermo (l’ospedale dei Bambini) e in molti nel suo campo lo definiscono un precursore.
Nel suo studio privato è sempre presente un modellino, che ai bimbi pare un gioco: uno stomaco in miniatura. Non c’è visita in cui il professore – che ha, tra le altre, la dote dell’esser pacato e rassicurante – non faccia esempi pratici, servendosi proprio di quello “stomachino”, che avrà visto passare chissà quanti baby pazienti.
Dottor Iacono, cominciamo per gradi, parlando dei bimbi più piccoli. Quali sono i disturbi gastrici più diffusi nei primi mesi di vita?
«Nel 2005 ho partecipato a uno studio insieme ad altri sessanta colleghi pediatri. Abbiamo osservato un panel di tremila lattanti. Il primo dei sintomi gastrici riscontrato è stato il rigurgito, seguito dalle coliche e dai problemi intestinali (diarrea/stipsi).
L’osservazione è durata sei mesi, nei quali ci siamo resi conto che i bimbi cambiavano frequentemente latte. Il cambio era causa o effetto del sintomo? Probabilmente stava in piedi la seconda ipotesi».
Quindi, cosa avete dedotto e quali consigli avete dato alle mamme?
«Il rigurgito è un problema che affligge i neo genitori. C’è la paura che il bimbo non cresca, che addirittura possa soffocare durante una crisi. Inoltre, i bimbi che rigurgitano tanto sono molto irrequieti.
Un dato di fatto è che il rigurgito si risolve con l’età e che una volta iniziato lo svezzamento, l’introduzione dei cibi solidi aiuti i piccini. Fondamentalmente è l’immaturità gastrica che causa questa “risalita”.
Con la maturazione esofagea e muscolo scheletrica (quando il bimbo controlla il capo e poi quando impara a stare seduto), si favorisce la forza gravitazionale, che evita la risalita del cibo.
Le manovre per alleviare il rigurgito sono semplici: anzitutto insistere con l’allattamento al seno, procedendo con la somministrazione a richiesta. Il bimbo mangerà poco e spesso.
Qualora ciò non fosse possibile, vale una regola simile: poppate frequenti, purché di modesta quantità.
L’ausilio di farmaci deve essere preso in considerazione quando il rigurgito compromette la crescita del bambino. In tutti gli altri casi occorre insistere con i metodi naturali.
L’allattamento al seno aiuterà anche a risolvere il problema delle coliche, che sono il tormento di molti bimbi nel primi due/tre mesi di vita. L’alta digeribilità del latte materno, farà sì che questo fastidioso disturbo sia arginato. Non solo. Consentirà una regolarità intestinale maggiore, rispetto ai latti artificiali».
Ha accennato all’allattamento. Oggi se ne declama l’importanza vuoi per il bambino vuoi anche per la mamma. Quali sono i tempi ideali?
«Le racconterò di una mia esperienza. Sono stato tante volte a studiare delle tribù nel deserto algerino, dove l’allattamento è continuo fino a tre anni. Il risultato è un’ottima carica immunitaria per i bambini. Fortuna loro, considerate le generali condizioni di povertà di quelle zone.
In linea generale, la medicina concorda per l’allattamento nei primi sei mesi di vita: è una linea guida condivisa. Se vi è la possibilità di prolungarlo, però, si avranno degli effetti ottimali per il bambino.
Il latte materno è un antibiotico naturale, quindi immunizza il piccino. È un latte ad alta digeribilità, sì proteico ma anche assai leggero rispetto al latte artificiale.
Quello che sconsiglio è l’allattamento misto. Insistere aiuterà la produzione di latte e si potrà serenamente svolgere un periodo di esclusive poppate al seno».
Parliamo di svezzamento. Come e quando iniziare?
«L’età ideale è intorno a sei mesi. Fino a quel momento il bambino potrà alimentarsi di solo latte, che ha in sé tutto quanto serve per uno sviluppo ideale.
Lo svezzamento dovrà procedere per gradi, senza fretta. Introdurre i cibi solidi non è proprio come accendere un interruttore. Capita che i bimbi li rifiutino, perché non abituati all’approccio con il cucchiaino (ci vorrà del tempo prima che il bimbo capisca che non si vive di sola suzione).
Si può iniziare con la frutta, dolce e golosa (pera e mela in prima battuta). Suggerisco inizialmente cibi senza glutine, quindi via libera a farine di mais, riso, tapioca, diluite in brodo vegetale bio (preparato in casa secondo le antiche ricette delle nonne e senza aggiunte di sale), liofilizzati di carne bianche e un cucchiaino di parmigiano.
Qualora il bimbo rifiutasse e piè pari lo svezzamento, non si deve forzarlo. Si tornerà all’alimentazione da lattanti per qualche giorno, salvo poi ritentare, senza ansia, l’introduzione dei cibi solidi.
Piano piano introdurremo nella dieta il glutine, le carni rosse, l’uovo e il pesce. Sono processi graduali, che richiedono monitoraggio (per verificare eventuali allergie o intolleranze), pazienza (i bimbi non vanno obbligati, ma accompagnati) e buona volontà di dedicarsi alla preparazione delle pappe. Meno cibi pronti e più artigianalità a garanzia di risultati ottimi».
Si avvicina l’estate, quali sono i suoi suggerimenti per la dieta dei piccoli.
«Con la bella stagione ci si potrà sbizzarrire con l’uso di frutta e verdure di stagione. Occorrerà garantire ai bimbi un apporto di liquidi costante e mantenere allegro l’intestino con l’uso di fibre e di verdure.
Le dosi andranno leggermente ridotte, dando il via libera alla dieta mediterranea. Ok ai minestroni “freschi”, con verdure a foglia e con qualche aggiunta di legumi.
Semaforo verde per la stragrande maggioranza di frutta estiva. Darei un alt all’anguria (che può provocare problemi intestinali) e al melone (che potrebbe risultare infiammante)».
E i gelati? Sono ammessi nella dieta dei piccoli?
«Perché no. Occhio però. Non mi riferisco ai gelati industriali, quanto a delle “leccornie” da preparare a casa, con yogurt, latte, frullati di frutta e zero zucchero. Si tratta di ricette golose, che possono tornare utilissime con i bimbi inappetenti».
Parliamo di una questione “biblica”. Quanto tempo deve passare tra il pranzo ed il bagno al mare?
«Premesso che anche in questo caso vale la regola di un pasto fresco e leggero. Detto ciò specifichiamo che lo svuotamento gastrico avviene in un’ora, un’ora e mezza. È importante che l’acqua non sia troppo fredda, poiché si potrebbe andare incontro a una congestione che può avere anche conseguenze importanti.
Discorso a parte se si sceglie di mangiare in acqua. In quel caso, l’organismo non sarà sottoposto ad alcuno sbalzo termico e quindi non sarà necessario far passare i tempi canonici».
Professore, un’ ultima domanda. Lei pensa che il bio sia solo una moda o una necessità che garantisce una vita migliore sin da piccoli?
«Le dico soltanto che io per primo coltivo un orticello e non lo faccio sicuramente per moda. Il km 0 è una garanzia e ricordiamoci che mangiare sano, sin da bambini, è un corredo che aiuterà per tutta la vita».