Papà…”lui ti proteggerà per sempre”

festa del papà, lui ti proteggerà per sempre
festa del papà, lui ti proteggerà per sempre

Come ogni anno arriva puntuale il 19 marzo, la festa del papà: indimenticabile ricorrenza. Con il passare del tempo per i bambini assume un significato diverso però il papà rimane quella persona che dà sicurezza, che gioca nonostante torni stanco la sera dopo il lavoro, che è paziente, quasi sempre più della mamma (scoprirete leggendo il perché), che proteggerà per sempre il suo bebè

La festa del papà. Una delle ricorrenze più dolci e romantiche che la storia delle festività abbia mai visto. Il papà è l’eroe di casa, è l’amicone dei bimbi, quello che quando torna a casa mica è noioso come mamma che ti costringe a mangiare i broccoli, no. Lui ti fa giocare, cantare, ballare. Lui è quello che non c’è quasi mai e per questo speciale. Lui è grande e barbuto il più delle volte, perciò uno così come minimo ti proteggerà da qualsiasi mostro sotto al letto. Lui è papà. Il primo fidanzato delle bimbe e il primo migliore amico dei bimbi. Ciò significa che va osannato e festeggiato come si deve. È chiaro che nel corso degli anni i festeggiamenti seguono una sorta di parabola, discendente fino ad un certo punto, per poi ritornare in auge. Ma andiamo ad analizzare.

Le fasi fisiologiche della festa del papà…

Pre nascita

Tutto è magico. L’attesa è magica. Non avete ancora il vostro pargolo tra le braccia, ma siete già un papà e tutti tronfii ve ne andate in giro fantasticando sui meravigliosi momenti che verranno, ai fantastici regali che riceverete. Programmate giornate intere di giochi, giostre e libri che leggerete al vostro cucciolo di uomo. Insomma il regalo è proprio questo, immaginarvi con lui/lei. Vi inorgoglisce che già qualcuno vi faccia gli auguri (solitamente tua madre. Su Facebook).

Primo anno

C’è ancora un po’ di magia. Tutto è nuovo e meraviglioso. Vi arriva questo frugoletto di poco più di un anno con una letterina che vi manda in livello glucosio preoccupante. E pensa un po’? Sulla letterina c’è l’impronta della sua piccola manina. Bene così. Giochi, giostre e libri lo rimandiamo però a quando è più grande che se ci spariamo tutto quest’anno poi che facciamo?

Secondo anno

Se vi va bene c’è la poesia imparata al nido. Sette frasi sconnesse e in rima che però vi faranno leggermente piangere. Non ne capirete una mazza ma già il fatto stesso che il pargolo si sia impegnato è da emozione pura. Giochi, giostre e libri li facciamo prossimo anno che oggi siamo tutti stanchi e a marzo c’è l’ultima coda di infuenza, te la vuoi prendere andando ai gonfiabili proprio ora?

Dal terzo al diciottesimo anno

Una serie di regali orridi. Una zattera fatta di mollette di legno con dedica “sei la mia salvezza in questo mare”. Un disegno di voi al lavoro dove come minimo avete tre teste il terzo anno e neanche una al tredicesimo che si sa è la fase in cui vi odiano e lo mettono nero su bianco. Una cravatta che richiama i colori della squadra che odiate, un’altra che richiama i colori della squadra che amate (e se siete palermitani sono cavoli). Calzini. Bianchi. Pigiami a righe. E chi più ne ha più ne metta.

Poi la svolta. Diventano grandi. Tornano ad amarvi. Siete di nuovo i loro eroi. Perché è vero. Li avete amati nonostante i regali di cui sopra. Li avete curati e cullati. Protetti e amati come niente al mondo. Perché i libri, le giostre e i giochi promessi, magari non sono stati esauditi per la festa ma è sicuro che glieli avete dati. Siete i papà, siete speciali perché non avete l’aspetto di mamma ma avete tanto amore quanto il suo. E ricomincia un po’ di magia. Tranne quando decidono di montare il video di 54678 minuti che racconta la vostra vita con loro. Quello è un incubo.

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