Un editoriale non può che essere pubblicato oggi, per la festa della mamma. Dedicato a tutte le già mamme, future mamme e alle donne che cercano un figlio, loro sono più forti di noi. Dedicato a Ester e a Clarissa. In special modo alle mamme che ho incontrato ai due corsi pre parto che ho frequentato e alle mamme di quei corsi che ho organizzato
L’eternità ci appartiene. Sì, diventate mamme siamo divenute eterne. Loro, i figli che abbiamo messo al mondo sono il nostro futuro, la nostra memoria quando non saremo più con loro. Da quando li abbiamo presi in braccio per la prima volta, abbiamo sentito sul nostro viso il loro respiro, siamo diventate invincibili. Quante di voi condividono questo pensiero?
Mamme. Da quella notte, la più bella in assoluto, da quell’attimo tanto atteso tutto è cambiato e abbiamo scoperto di sapere amare incondizionatamente. Ogni cosa è diversa da prima. Tutto è concentrato su questo piccolo esserino, 50 cm alla nascita, chi più chi meno, e noi abbiamo all’improvviso modificato le nostre abitudini, il modo di essere e quasi quello di pensare. Eppure qualche anno fa stavamo nelle metropoli a “fare” l’Università e ad andare a ballare il venerdì e il sabato sera. Tornavamo alle 5 del mattino e alle 10 eravamo fuori a fare shopping sfrenato con le amiche. Adesso è un ricordo lontano e quasi irriconoscibile a confrontarlo con i ritmi che abbiamo da quando siamo in tre o in quattro.
Mamme. Siamo stanche alle otto di sera e appena sveglie al mattino. Ma tutto ha un sapore diverso. Sa di famiglia, di unione, di grandezza. I nostri figli ci rendono persone migliori, ci hanno arricchito la vita, oltre che la casa di giocattoli e di calzini piccoli piccoli ovunque.
Non vediamo l’ora che vadano a dormire per guardare un programma in tv con il nostro amore di marito, come si faceva ai vecchi tempi. Però facciamo avanti e indietro dalla cucina alla camera da letto per vedere se stanno dormendo sereni e nel cuore della notte ci svegliamo per vedere se respirano, se il pigiamino fa su e giù, se la manina si muove anche solo di un pelo.
Questo quando si ha la fortuna che i piccoli dormano. Perché le notti insonni poi, quelle non lasciano scampo. Una, due, tre, quattro, cinque e sei. Si io sono arrivata a sei risvegli per notte. Chissà quante di voi come me. Eppure basta un sorriso, uno sguardo che intercetta il nostro, un aaa o un eee per dimenticare tutto.
A volte ci sentiamo mamme inadeguate e al telefono raccontiamo alle amiche che siamo stanche e non ce la facciamo più. Perché il soggiorno non è in ordine e i panni da stirare sono troppi e il frigorifero vuoto, o quasi. Non ci sentiamo all’altezza però nel nostro cuore sentiamo una grande energia e una forza che ci aiuta ad andare avanti e sappiamo di aver fatto e continuare a fare tutto e (stra) tutto il possibile.
Li amiamo, li amiamo così come sono e niente potrà toglierci la gioia di essere mamme. Ogni tanto abbiamo l’impressione di sentire un calcetto in grembo, poi subito ci destiamo e li vediamo accanto a noi. Abbiamo nostalgia della gravidanza, e pensiamo ogni mese al momento meraviglioso e magico del parto. Quel parto naturale o cesareo che ha messo al mondo tanto amore da non riuscire più a trattenerlo e controllarlo. Ormai è nell’aria e invade tutti e tutto.
Tutto comincia dalla nostra pancia, da quel legame fortissimo, ancestrale che ci fa respirare in un sol istante e in un sol corpo. Che ci fa vivere le stesse emozioni. Nove mesi di attesa, di scoperte per poi rimanere senza fiato quando, tutti sporchi, le ostetriche/angeli, ce li mettono sulla pancia. È lì che comincia la nostra nuova vita, che ci innamoriamo per la seconda volta.
Tre, siamo all’improvviso tre. Non dimenticheremo mai quell’odore di vernice caseosa, quel pianto, quella vocina che abbiamo tanto immaginato e già dice la sua. Quella prima notte in cui cerchiamo di riposare ma l’adrenalina è tanta da non permettercelo.
Passiamo le ore a guardarli nella culletta e a dire l’abbiamo fatto noi, è il frutto del nostro amore. Diventiamo Mamme che poi tornano a lavorare e si fanno in quattro per essere perfette, per rincasare con un po’ di energia e giocare con loro che ci aspettano con un sorriso tenerissimo e tante aspettative. Non siamo forse mamme super oppure semplicemente (mamme) normali ? Sì, ma oggi un grazie speciale va ai papà, non saremmo brave mamme senza il loro aiuto. Anche loro ci rendono migliori. Mi piace concludere con le parole di Christian Bobin in Francesco e l’infinitamente piccolo: «Gli uomini reggono il mondo. Le madri reggono l’eterno, che regge il mondo e gli uomini».