Il biologico fa bene ai bambini e agli adulti. I prodotti biologici sono privi di additivi chimici e garantiscono un doppio beneficio: tutelano la salute e rispettano l’ambiente
Cibo biologico. Se ne parla sempre di più. Le mamme sono alla ricerca di cibi bio per i figli e anche se spendono di più non importa. Puntano più sulla qualità e a garantire un’alimentazione sana. Il cibo biologico viene prodotto dall’agricoltura biologica che sfrutta la naturale fertilità del suolo limitando gli interventi esterni e rispetta il ciclo delle stagioni. Ma cosa si intende per biologico? Lo abbiamo chiesto a Guido Bissanti agronomo, già presidente della Federazione dei dottori agronomi e forestali della Sicilia.
Intanto vi suggeriamo di leggere bene le etichette. Il prodotto deve essere venduto con la dicitura Agricoltura Biologica o Allevamento Biologico/Regime di controllo CEE. Senza questa, non è cibo biologico.
Dottor Bissanti, si parla tanto di biologico soprattutto nell’alimentazione dei bambini, quali sono i benefici?
«È importante chiarire il termine biologico e capire cosa significa. La produzione biologica è legata a un regolamento europeo che certifica l’iter di produzione di un alimento che viene immesso nei mercati. Esiste proprio un ente certificatore che verifica se le aziende rispettano i dettami del regolamento europeo.
Perché è importante il biologico? Perché prevede la produzione di qualunque tipo di prodotto agricolo e zootecnico senza l’uso della chimica ovvero senza pesticidi, o diserbanti, insomma senza materie di sintesi. Di conseguenza i cibi sono più sani e genuini. Se mangiamo alimenti che contengono materie chimiche, queste rimangono nel nostro corpo. Il biologico garantisce una genesi naturale e non contaminata dalla chimica».
Quindi preferire il biologico non è un moda…
«Stiamo attenti, il biologico non è una moda. I prodotti biologici, privi di additivi chimici, ci garantiscono un doppio beneficio: tutelano la nostra salute e rispettano l’ambiente. Quindi da un lato è un’ esigenza della sana alimentazione e dall’altro è bisogno ecologico, dell’ambiente perché se si usano insetticidi si va ad uccidere il sistema ecologico, piante e insetti utili. Quindi oltre che di natura alimentare il biologico ha dei risvolti necessariamente positivi per mantenere l’equilibrio della natura, dell’ecologica».
Come spiegare ai bambini cosa è l’ecosostenibilità?
«È semplice. Se non introduciamo nella natura i veleni, la natura fa il suo corso, funziona meglio, non diminuiamo la biodiversità e garantiamo all’uomo un’alimentazione sana. Mi sento di dire che con l’utilizzo del biologico si combattono le malattie anzi si evitano. La maggior parte delle malattie moderne è legata a un’agricoltura non sana perché adulterata e perché il processo della crescita degli alimenti non è più naturale, ma viene condizionata da fattori esterni che vogliono aumentare e velocizzare la produzione».
In Sicilia che situazione c’è?
«La Sicilia è la Regione europea che ha la più grande produzione di biologico ma ha la più bassa commercializzazione. Pensate, la più grande superficie biologica ma con meno prodotti bio in commercio.
C’è una spiegazione a ciò. Da un lato perché c’è molta indifferenza riguardo al tema e poca informazione e dall’altro le nostre aziende producono in biologico perché ricevono contributi però poi commercializzano “in convenzionale” cioè il prodotto è biologico ma non viene messo nell’etichetta. Perché l’azienda sa che i consumatori non si fidano e continuano a comprare cibi convenzionali. Al nord c’è sensibilità maggiore».
Cosa si può fare nelle scuole per sensibilizzare le famiglie e le istituzioni al biologico?
«Proponiamo a livello parlamentare di fare una riforma sulla normativa dell’agricoltura e fare educazione alimentare nelle scuole, ma queste proposte se non c’è la politica che le direziona rimangono isolate. Tutte le scuole dell’obbligo dovrebbero avere un programma di educazione alimentare.
Ecosostenibilità interessa tutti i cittadini e purtroppo non è ancora un concetto chiaro. Non immettendo veleni non inquino i terreni non inquino l’acqua, quindi l’agricoltura che usa i prodotto chimici danneggia anche chi non fa uso di questi prodotti direttamente ma utilizza l’acqua. È noto uno studio che ha evidenziato che nelle analisi delle urine si sono trovate tracce di pesticidi questo è indice del fatto che la popolazione è ignara di ciò che mangia».