Quanti capricci a casa. «I bambini fanno così per imporsi caratterialmente. È una sorta di imposizione del Sé. Inoltre, la presenza dei genitori garantisce al bambino una certa tranquillità, una certa sicurezza che non c’è a scuola, qui devono condividere la maestra»
Capricci. Una parola che fa paura ai genitori. Chi ha figli che non ne fa, alzi la mano. Tutti i bambini prima o dopo assumono una serie di comportamenti contrari alla volontà dei genitori o degli educatori, che possono essere catalogati nell’elenco dei capricci. Di solito capita verso i due anni che il bambino sia molto autonomo e decide cosa mangiare o non mangiare, come vestirsi, quando andare a letto, quanti cartoni animati guardare. La tipica frase che le mamme sentono più volte in una giornata è: “faccio io, faccio io”. Poi tocca agli adulti raccogliere l’acqua caduta per terrà, sistemare i giochi in camera, aiutare i bambini a mettere le scarpe, insomma a fare le più disparate cose.
Davvero si può dire: santi a scuola diavoli a casa…quanti capricci. Sì, perché le educatici del nido raccontano a mamma e a papà che a scuola il bambino è bravissimo e segue esattamente le “regole” (brutta parola) che aiutano a convivere con gli altri bambini. A scuola niente capricci e a casa si scatenano. «Questo accade perché, – spiega Gabriella Palazzolo psicologa che da anni lavora a scuola con bambini di età tra i 6 e i 10 -, quando ci sentiamo connessi in modo intimo con una persona, quando ci fidiamo di lei al cento per cento e sappiamo che ci comprende e ci ama in modo incondizionato, la maschera con cui inevitabilmente affrontiamo la realtà viene meno. I nostri figli con noi sono naturali, sinceri e spontanei. Come possiamo colpevolizzarli?».
È in questa fase che i genitori pensano che il figlio stia cambiando in peggio e si arrovellano con mille pensieri in testa cercando una soluzione. Ma cosa accade nel cervello del bambino?
«I bambini fanno così per imporsi caratterialmente. È una sorta di imposizione del Sè. Inoltre, la presenza dei genitori (o dei nonni) garantisce al bambino una certa tranquillità, una certa sicurezza. L’insegnante, in quanto soggetto estraneo e “condiviso” da tanti, va conquistato e rabbonito. Insomma si tratta di due facce della stesa medaglia….a casa ci si esercita a diventare grandi con la certezza di essere amati sempre e comunque, a scuola si deve condividere l’attenzione di una persona che non è sicuro che ci amerà comunque. Quindi l’esercizio consiste nell’ascoltare e seguire le regole».
Allora è tutto più chiaro e non c’è da preoccuparsi, quella dei capricci è una fase che passerà e renderà i figli più grandi e magari, quello che sperano tutte le mamme, più buoni. Secondo i consigli della psicologa per evitare o superare i capricci:
- non bisogna mai imporsi con forza,
- niente comportamenti diseducativi come urlare, alzare le mani, fare scelte contrastanti tra mamma e papà,
- bisogna infatti trasferire ai figli sempre un messaggio univoco,
- avere pazienza nei momenti difficili e adottare tecniche di distrazione così da far cambiare spontaneamente rotta al bambino.