Con i bimbi bisogna avere cento occhi, lo dicono le nonne e tanto torto non hanno. Alla clinica Candela di Palermo un corso per i neo genitori ha fatto luce su manovre che possono salvare la vita ai piccoli in situazioni di emergenza. Importante tenere alcuni oggetti fuori dalla portata dei bambini. Poche accortezze aiutano a prevenire
Il soffocamento è in cima alla lista delle paure dei neogenitori. Vegliare i piccini h24, però, oltre ad essere un inutile stress, non è la soluzione ai timori. Occorre invece mettere in pratica una serie di semplici regole ed imparare le eventuali mosse salvavita.
Si è parlato di questo alla clinica Candela di Palermo, nel corso di un seminario sulla disostruzione delle vie aeree del lattante e del bimbo in età pediatrica. “Salva un bimbo”, questo l’evento diretto dai volontari dell’associazione Outsphera for life.
Parola d’ordine: in nessun caso perdersi d’animo, poche e semplici mosse possono salvare la vita del nostro bambino.
Prima però di risolvere un soffocamento si può fare di tutto per evitarlo. Ecco un facile vademecum salvavita.
Vademecum salvavita
Regola numero 1. Eliminare dal raggio di azione del bambino gli oggetti pericolosi:
Bottoni. Avreste mai detto che una camicina con comunissimi bottoni di plastica potrebbe rappresentare un serio rischio per il neonato?
Secondo i suggerimenti di Outsphera è così. I piccolini, soprattutto quando hanno già un paio di denti, sono in grado di staccare il bottone e di ingerirlo.
Telecomandi, telefoni cellulari, giocattoli non a norma EU. Il rischio più temibile di questi oggetti sono le pile.
Le batterie infatti hanno una tossicità talmente elevata che, nel malaugurato caso di ingestione, può rivelarsi fatale. Telecomandi e telefoni mobili non devono mai rappresentare un gioco.
Per quanto riguarda i giocattoli, occorre comprare quelli con viti di sicurezza, che sigillino l’alloggio delle batterie.
Pacchi di fazzolettini. Situazione tipo. Sala d’attesa del pediatra, non vi sono giocattoli a portata di mano ed il bimbo inizia ad annoiarsi. La mamma, per intrattenerlo, gli da un pacco di fazzolettini. Questo “gioco” apparentemente inoffensivo, stava costando la vita ad un neonato.
Pericoloso è infatti l’adesivo, che nel caso del neonato salvato per un pelo, era stato ingoiato, bloccandogli l’epiglottide.
Palloncini. Non esiste festa per bambini senza palloncini colorati. Che però i bimbi provino a gonfiarli o li mettano in bocca una volta scoppiati, può essere pericolosissimo.
Le recenti cronache parlano di una bambina morta soffocata proprio mentre cercava di gonfiare un palloncino.
Passiamo adesso ai suggerimenti del gruppo Outsphera in materia di cibi.
Le statistiche parlano chiaro. I decessi infantili, nell’11% dei casi, sono dovuti a soffocamento per ingestione.
Prima regola: prestare continuamente attenzione al bambino quando questi fa la pappa.
La pappa è un momento nel diario di bordo del bambino. Il piccolo deve concentrarsi solo su questa e i genitori devono esserne compartecipi.
Quindi niente tv, giochi o smorfie. I bimbi, i piccolissimi in particolare, non hanno ancora chiaro il coordinamento tra l’ingoiare e il fare altro. Può capitare che, distratti da un gioco o da un cartone, possano ridere o piangere e quindi scordarsi che stanno anche ingoiando.
Come spiegato dai volontari di Outsphera, la trachea dei piccini non è uguale a quella degli adulti. Ha una forma a imbuto e non cilindrica. Per questo occorre prestare un’attenzione particolare, soprattutto durante i pasti.
Ecco un elenco dei cibi da evitare almeno fino ai 18/24 mesi:
- caramelle gommose (a rischio, poiché potrebbero attaccarsi all’epiglottide)
- wurstel (per via della loro “scivolosità”)
- verdure tagliate a rotelle (carote, zucchine, pomodori etc). Potrebbero mettersi di traverso, ostruendo la trache.
- mozzarella (a meno che non sia tagliata in pezzi minuscoli).
Via libera a:
- frutta e verdure, purché tagliate in pezzi piccoli, a formaggi a quadratini minuscoli e a prosciutto del tutto sgrassato e spezzettato.
Qualora, nonostante le accortezze, dovesse succedere il temuto soffocamento, non bisogna perdersi d’animo. Dall’Outsphera spiegano che poche mosse, nel 90% dei casi, risolvono il problema.
Anzitutto praticare le manovre solo se il bimbo non da segni respiratori quali tosse, gridolini o pianto. Al contrario, si potrebbe peggiorare la situazione.
Manovre di disostruzione delle vie aeree:
Nel caso di bimbo sotto l’anno di vita (vedi foto), occorre metterlo in posizione prona, con la testa in obliquo leggermente rivolta verso il basso. Adagiarlo sulla propria coscia e sorreggerlo fermamente con l’aiuto dell’ascella.
A quel punto occorre dare cinque colpi ritmici tra le scapole. Se non avviene la disostruzione, girare il bambino, sempre poggiato sulla coscia e con due dita praticare cinque pressioni ritmiche al centro dello sterno.
Se il bimbo ancora non prende fiato, occorre chiamare il 118.
Cosa non fare mai durante questa manovra:
Mai mettere il bimbo a testa in giù, prendendolo per i piedi. Il rischio è che il bimbo possa scivolare o possa avere un forte flusso di sangue alla testa (rischio ischemia).
Non strattonare mai il bimbo, pensando che in tal modo possa riprendere fiato.
Nel caso di bimbi sopra l’anno di vita (o di adulti), si dovrà ricorrere alla manovra di Heimlich
Per eseguirla occorre esercitare con le mani una pressione sul diaframma. In tal modo si provoca una compressione dei polmoni e di qualsiasi oggetto possa essere rimasto imprigionato nella trachea. Una mano è piegata con il pugno chiuso ed è posizionata con la parte del pollice appiattita contro l’addome, tra lo sterno e l’ombelico. L’altra mano afferra il pugno e provoca una serie di spinte verso l’alto finché quanto ostruisce le vie aeree non viene espulso.
Anche in questo caso, se non avviene la disostruzione, occorre chiamare prontamente il 118.
Nell’attuazione delle manovre non occorre essere categorici. Se a soffocare sarà un bimbo di un anno dalla corporatura minuta, occorrerà attuare le mosse valide per i lattanti.
Si deve anche sapere che è auspicabile disostruire le vie aeree entro due minuti, che dopo i tre minuti la pericolosità del soffocamento (anche in termini di effetti neurologici) cresce esponenzialmente.
In caso di manovre eseguite bene, la disostruzione avverrà in poche decine di secondi. Ogni momento della giornata del bambino va vissuto con serenità, senza pensare di mettere il piccino sotto la campana di vetro. Consapevoli che i casi estremi rappresentano una minoranza e che basterà un’attenzione adeguata per evitare rischi e complicazioni.
Il seminario della clinica Candela, ha riscosso l’interesse delle neomamme e delle gestanti del corso preparto, coordinato dall’attentissima psicologa Valeria Augello.