Tuo figlio non si vuole lavare né vestire ma il tempo scorre e si deve andare a scuola. Ecco la situazione che molte mamme affrontano ogni mattina per lavare i propri figli. Qui ti daremo qualche consiglio dall’esperienze di alcune mamme che cercano di dialogare e di entrare in empatia con i figli.
Pianti, urla e broncio. È storia di tutti i giorni e di tutti i bambini dai due ai 5 anni circa. La sveglia suona per andare a scuola e mentre noi pensiamo alle cento cose da fare loro pensano a giocare. Sono capricci? Noi li cataloghiamo nell’elenco dei capricci, ma proviamo a pensare diversamente.
Tutte le mattina è la stessa storia, non si vogliono far lavare né vestire.
Allora cosa fare se tuo figlio non si vuole lavare ne vestire?
Parole chiave:
- faccio da solo
- gioco.
I bimbi vogliono giocare e vogliono essere autonomi e fare tutto da soli. È giusto così, lo dice la più grande pedagogista Maria Montessori. Allora facciamo tutto giocando e facciamo fare a loro.
Quando si svegliano o meglio quando li svegliamo cerchiamo di coccolarli in modo da anticipare la loro reazione che potrebbe essere negativa, vista la nostra azione.
- Se amano le storie iniziamo a raccontarne una e anche quando si lavano permettiamo loro di tenere un libro in mano.
- Se hanno una bambolina o un “aggeggio” preferito lasciamo che li portino con sé.
- Nelle operazioni di igiene, se hanno l’età per farlo, coinvolgiamoli: facciamo lavare loro le mani, il viso.
- Cerchiamo di scegliere i vestiti che gli vanno a genio, e sì, perché a tre anni le mamme sanno già che i figli decidono cosa indossare. Ci sono due possibilità o chiediamo quali vestiti vogliono indossare oppure scegliamo noi distraendoli con racconti, sorrisi, parole…
- Se siete proprio in difficoltà promettete loro un biscotto gustoso a colazione o ciò che loro amano di più. Attenzione però a non esagerare con le promesse perché potrebbe diventare un’abitudine e perché i bambini non dimenticano.
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Perché i bambini fanno i capricci di prima mattina
Ricordiamoci che c’è sempre un motivo vero e serio quando i bambini si comportano in un modo. Per noi adulti è difficile vedere al di là dei loro comportamenti, se sono soprattutto vicino ai capricci, ed è facile banalizzare quello che stanno facendo senza tenere presente che c’è una spiegazione. Il loro mondo non è il nostro fatto di regole, ordine, impegni da seguire. La prima cosa da fare è quindi di mettersi nei loro panni, entrare in empatia con loro. L’empatia è importante per migliorare la relazione con il bambino (anche con l’adulto). Quando piangono e non vogliono vestirsi chiedetevi perché stanno assumendo quel comportamento e avvicinatevi a loro non per punirli o rimproverarli, ma per comunicare e parlare.
Cambiare punto di vista e portare l’attenzione del bambino su altro può essere un ottimo aiuto. Ci vuole pazienza, quante volte siete scappati in un’altra stanza dicendo: fa ciò che vuoi! Anche questa mattina andremo in ritardo a scuola! Ma prima di fare ciò respirate, fermatevi qualche istante e cambiate strategia. I bambini vogliono stare al centro dell’attenzione, vogliono che gli si parli. Conduciamoli a fare ciò che noi vogliamo con le loro competenze e abilità, con i loro tempi. Facciamo in modo che il loro interesse diventi uguale al nostro.
Con i bambini vanno evitati pre concetti, etichette, convinzioni legate a retaggi culturali. Perché il bambino ha una personalità e comunica con ogni suo gesto e ogni sua richiesta.