Sole in gravidanza: le regole per proteggere la pelle

sole in gravidanza

Creme ad alta protezione soprattutto per il viso aiutano le donne incinte a preservare la pelle nei nove mesi di gravidanza. Regole maestre: mai esporsi eccessivamente al sole, idratare la pelle, bere molti liquidi

Donne in gravidanza desiderose di relax. D’estate la tintarella e qualche bagnetto per rinfrescarsi un po’ fanno gola alle donne incinte, però non bisogna dimenticare che la pelle è più sensibile per via dei fattori ormonali tipici della dolce attesa. Il dermatologo Luciano Termini ci offre utili consigli per prendere il sole in sicurezza. Ci parla anche di cloasma gravidico e smagliature.

Sole in gravidanza… Dottor Termini, quali precauzioni prendere per proteggere la pelle?

«Le numerose modificazioni ormonali, metaboliche e immunologiche della gravidanza, sono alla base delle diverse manifestazioni cutanee nella donna incinta. Nel caso di esposizione al sole, però, non ritengo che ci siano particolari controindicazioni; salvo che per quei soggetti predisposti o con storia personale di determinate patologie cutanee.

In caso di esposizione solare restano valide le regole del buonsenso, evitando le ore più calde, evitando i “bagni di sole” in particolare se si è “chiari” (biondi o rossi) e utilizzando creme con alto fattore di protezione (SPF 50 o 50+)».

Quali creme suggerisce?

«Per il corpo va bene una protezione molto alta (SPF 50); per il viso, che durante la gravidanza può essere sede di inestetismi più o meno evidenti, ritengo più utile utilizzare creme ad altissima protezione con filtri chimici (come quelle che si applicano ai bambini) che agiscono riflettendo le radiazioni solari».

Il viso quindi va trattato in modo particolare rispetto al resto del corpo?

«Assolutamente si, per il rischio concreto di sviluppare inestetismi (iperpigmentazione, cloasma, segni vascolari, ecc.) cutanei poi difficili da trattare».

In gravidanza la pelle della donna è più sensibile alla comparsa delle macchie. Si parla del cosiddetto cloasma gravidico, cosa accade all’epidermide e quali sono i rimedi?

«Un’ alterazione frequente della pigmentazione del viso durante la gravidanza è proprio il cloasma; questo non è sempre e soltanto una pigmentazione di color bruno-caramello ma, a volte, ha un colore bruno tendente al grigio.

In entrambe le forme sembrano avere un ruolo importante gli ormoni a cui si aggiungono concause esterne come il sole e sovente l’utilizzo di cosmetici, profumi e farmaci.

Generalmente ad un anno dal parto si ha un notevole miglioramento con la quasi totale risoluzione del cloasma nella gran parte delle pazienti; però il trattamento delle forme resistenti è molto difficile e di successo incerto. Sicuramente si può fare una buona prevenzione utilizzando i foto protettori per lungo tempo, utilizzando contraccettivi non ormonali ed evitando sostanze foto sensibilizzanti.

La terapia del cloasma prevede l’utilizzo di prodotti a base di idrochinone, acido retinoico (non in gravidanza), acido azelaico; peeling chimici (con prudenza) e laser (da scegliere valutando attentamente il tipo di pelle). Va detto che i risultati non sono sempre ottimali e le recidive sono frequenti soprattutto in caso di altre gravidanze».

Cos’è che provoca i cambiamenti della pelle durante i nove mesi?

«Come accennato all’inizio, durante la gravidanza, assistiamo a numerose modificazioni ormonali, metaboliche e immunologiche che, sulla pelle, sulle mucose (gengive, vulva) e sugli annessi (capelli, peli, unghie) producono numerose variazioni; alcune fisiologiche inevitabili ed altre causa di alterazioni e patologie cutanee tipiche di questo periodo».

Le donne che hanno la pelle più chiara sono più a rischio di chi ha la pelle più scura o è un luogo comune?

«La pelle più chiara (non solo nelle donne) è certamente più a rischio per i danni che il sole può provocare a breve e lungo termine; è uso comune tra i dermatologi distinguere i tipi di pelle secondo una classificazione che va dal cosiddetto fototipo I (più chiaro, si scotta quasi sempre e non si abbronza) al fototipo IV (più scuro, non si scotta e si abbronza facilmente).

Per tale motivo i soggetti molto chiari dovrebbero evitare di stare al sole ed utilizzare delle creme con fattore di protezione molto alto».

Le famose smagliature, nemiche del pancione per molte donne, come contrastarle?

«Le smagliature o “striae distensae” si osservano intorno al 6° mese di gravidanza principalmente su addome, glutei e seno.

Sono dovute a una distensione meccanica della cute man mano che aumentano il peso della mamma e del bambino; ma possono essere causate anche dall’uso improprio di cortisonici e da una particolare fragilità delle fibre collagene; purtroppo ad oggi non esiste un metodo in grado di prevenire la loro comparsa. Il trattamento prevede l’utilizzo, con discreti risultati (soprattutto su smagliature recenti), di alcune creme al silicio, alla vitamina A o E e di alcuni laser o medical device di recentissimo utilizzo.

Le smagliature della gravidanza si attenuano nell’arco degli anni, ma non scompaiono completamente.

I nevi si modificano diventano più grandi, a volte più spessi, questo comporta rischi oppure dopo il parto tutto tornerà come prima?

«I nevi possono subire modificazioni, ma non necessariamente di natura “cattiva”, sia durante la gravidanza che non; per tale motivo è buona abitudine farsi controllare periodicamente dal proprio dermatologo, soprattutto se si notano alterazioni a carico di nevi preesistenti o se ci si accorge della comparsa di lesioni pigmentate che prima non si avevano».

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