Dal primo respiro il neonato cerca di instaurare un legame con la mamma, si tratta dell’attaccamento mamma bebè. Lo fa in modo spontaneo e naturale. «L’attaccamento è una motivazione primaria del bambino. Lui per sopravvivere ha bisogno di questa relazione con la mamma»
Attaccamento mamma bebè… La domanda da un milione di dollari che tutte le mamme si pongono è: “se creo un rapporto di dipendenza con mio figlio lo farò crescere poco sicuro?”
Gli ultimi studi confermano che i bambini che hanno uno stretto legame con la mamma sono più sicuri e sapranno bene approcciarsi nelle varie situazioni della vita. Lo conferma anche Valeria Sorrentino, psicologo clinico e psicoterapeuta, mamma di Flavio Maria che ha allattato per 19 mesi. Lei fa parte dello staff di medici del corso di accompagnamento al parto di Professione Genitori.
Dottoressa Sorrentino la relazione tra mamma e figlio è unica e speciale… è qualcosa di viscerale. Si può parlare di attaccamento unico?
«Le nuove ricerche dimostrano che il neonato dopo pochi secondi di vita ha un ruolo attivo nella relazione madre figlio perché possiede una dotazione genica, ovvero ha degli schemi di comportamento innati che promuovo la vicinanza e il contatto con la madre.
Quindi possiamo dire che l’attaccamento è una motivazione primaria del bambino, per sopravvivere ha bisogno di questa relazione con la mamma.
In India e nei Paesi orientali è molto conosciuto il cosiddetto “breast crawl” ovvero il contatto pelle a pelle tra nascituro. Si tratta di un comportamento istintivo e naturale del piccolo, si è osservato che da mezz’ora a un’ora dopo il parto spontaneo – fisiologico, il neonato che viene messo sul ventre della madre riesce da solo ad arrivare al seno e a cominciare l’allattamento. Questo è istinto efficace per costruire un attaccamento sicuro e un allattamento efficace al seno. Questo dimostra quanto sia genico l’attaccamento. In genere si pensa che il bambino appena nato sia dipendente dalla madre, invece esiste una interdipendenza, ovvero c’è una interazione attiva: il neonato cerca la madre e la madre mette in atto dei comportamenti di prossimità nei confronti del figlio».
L’attaccamento madre bambino nasce da subito?
«Il legame inizia da un istante dopo la nascita e la fase dell’attaccamento si conclude intorno ai 3 anni. Ci sono diverse fasi: c’è la fase di pre attaccamento che va da 0 a 2 mesi dove il bambino manifesta risposte sociali indiscriminate ed è caratterizzata dai riflessi del bambino quali sorriso e suzione. Dai 2 ai 7 mesi si parla di attaccamento in formazione, periodo in cui il piccolo riconosce i familiari. Dai 7 ai 24 mesi parliamo di un attaccamento rigido in cui il bambino protesta quando avviene la separazione dalle figure di attaccamento. In questa fase si nota una differenza di relazione nei confronti del mondo e degli estranei e inizia una comunicazione di tipo intenzionale. Dopo i 24 mesi c’è l’attaccamento basato sulla reciprocità, caratterizzata da scambi comunicativi tra bebè e mondo che lo circonda».
L’allattamento quanto è importante e quanto influisce a creare un legame tra mamma e bebè?
«I bambini allattati al seno hanno maggiore possibilità di instaurare un attaccamento di tipo sicuro, ma attenzione non è una regola e mi spiego. Prendiamo il caso di una mamma che allatta ma soffre di depressione, di sbalzi repentini di umore, manderà un messaggio confuso o ambivalente al neonato. In questo caso si è in presenza di un bimbo che può percepire, come sosteneva Melanie Klein, un “seno cattivo”, cioè un seno che non risponde ai bisogni affettivi del bambino. Quindi ricapitolando sicuramente chi è allattato al seno è più facilitato a creare uno stretto legame, ma molto dipende dalla coerenza affettiva della madre».
Spesso si pensa, abbiamo visto erroneamente, che un forte legame faccia crescere un bimbo insicuro… invece cosa può succedere se l’attaccamento mamma bambino è carente?
«Ci sono dei casi in cui i bambini che nascono pre maturi oppure casi di parti difficili in cui i neonati sono costretti a stare lontani dalla mamma, ecco loro hanno bisogno di una maggiore qualità del tempo (con la mamma) e maggiore coerenza affettiva. Quello che importa è come si sta con il figlio e non quanto soprattutto nel caso di mamme lavoratrici.
Il fondatore della teoria dell’attaccamento è Jhon Bowlby che definisce proprio quel legame emotivamente significativo che si instaura nella diade ed è di lunga durata.
Esistono quattro tipi di attaccamento:
- Attaccamento sicuro, lo dimostra il bimbo che da 7 a i 16 mesi lasciato a persone che conosce sopporta l’assenza della mamma senza nutrire angoscia.
- Attaccamento evitante, sono bimbi che danno l’impressione di essere autonomi ma durante il periodo della scuola manifestano difficoltà o carenze affettive.
- Attaccamento ambivalente, sono bambini molto affettuosi che non sopportano di non vedere ne sentire la mamma. la sua assenza produce grosse quote di angoscia e di ansia. Questo comportamento è dovuto a una mamma non coerente con sbalzi di umore abbastanza repentini e quindi il bebè non riesce a precederne la reazione.
- Attaccamento confuso, sono bambini molto disturbati a causa dell’assenza della mamma o risultano impauriti della stessa presenza. Il più delle volte si verifica quando ci sono mamme depresse o disturbate psicologicamente e nei bambini in cui i bisogni primari non sono stati soddisfatti».
Per concludere…
«L’attaccamento è fondamentale nella vita dei neonati e influenza lo sviluppo emotivo.
Gli effetti che produce un attaccamento sano e sicuro sono:
- Un bebè che osserva il mondo e inizia a prendere iniziative.
- Un bebè che ha un migliore sviluppo del linguaggio e del pensiero logico.
- Bambini che fronteggiano bene la paura, lo stress e la frustrazione e che riescono a creare sane relazioni affettive nel mondo che li circonda.
Mentre un attaccamento carente crea un bimbo che cresce poco, apatico che si ammala facilmente, parla in ritardo e questo accade quando si perde la figura materna, per morte o per abbandono o ancora altri motivi, nei primi mesi di vita.
Per tutto quello che abbiamo detto è importante quando ci si accorge dei sintomi rivolgersi ai medici specialisti, a psicologo e psicoterapeuta dell’età evolutiva perché da bambini si possiedono risorse interne che permettono si può ricucire i danni di tipo esistenziale che si possono creare».