Autosvezzamento… per moda? No, per far crescere al meglio i figli. Molti pediatri lo consigliano, regola principale: far assaggiare tutti i cibi che mangiano mamma e papà. Non ci sono alimenti allergizzanti, da subito il bambino può assaggiare le fragole, le uova, il pomodoro
Perché seguire un calendario ferreo? Non ci sarà tempo nella vita di seguire regole alimentari e magari fare diete? Quindi il bambino deve cominciare a introdurre tutti i cibi solidi che sono a tavola e che mangiano gli adulti. È l’autosvezzamento che prevede un bambino attivo davanti al piatto. Serena Conigliaro, mamma di Lorenzo che ha 11 mesi, racconta la sua esperienza cominciata quando il suo piccolo aveva sei mesi e mezzo. «L’autosvezzamento è interessante, spiega Serena, per noi genitori e per il bambino che è soddisfatto dei suoi pranzi e delle sue cene. Nulla viene imposto anzi viene assecondato il gusto del bambino».
Serena Conigliaro intanto perché ha deciso di fare l’autosvezzamento con suo figlio, Lorenzo?
«Tra il quinto e il sesto mese ho notato che mio figlio era molto interessato al cibo e ci osservava quando eravamo a tavola. Per quanto riguarda l’idea di seguire l’autosvezzamento mio marito mi ha appoggiato da subito e poi la nostra pediatra ci ha invogliato a intraprendere questo percorso e a non fare lo svezzamento classico, in realtà a me non andava di dargi i “soliti” vasetti di carne omogeneizzata. Così io e mio marito ci siamo documentati leggendo su internet e ci siamo convinti del tutto. L’autosvezzamento è interessante per noi genitori e per il bambino che è soddisfatto dei suoi pranzi e delle sue cene».
Come ha capito che suo figlio era pronto per assaggiare altri cibi diversi dal latte?
«Lorenzo era pronto ad assaggiare nuovi cibi da quando aveva quattro mesi però con l’allattamento esclusivo al seno ho preferito attendere nonostante si manifestasse interessato al cibo. Ho cominciato a sei mesi e due settimane dandogli la frutta grattugiata però non ha avuto molto successo e così abbiamo dato direttamente la mela intera e lui l’ha trovata gustosa sin da subito. Abbiamo capito che rispetto ai pezzi piccoli era più facile che mangiasse il frutto presentandolo intero».
Quali sono i cibi che ha assaggiato prima?
«Prima abbiamo provato la crema di riso, ma anche questo esperimento non ha sortito buoni risultati perché Lorenzo voleva qualcosa in mano da poter gestire da sé. Ho riprovato il secondo, il terzo e al quarto giorno ho capito che dovevo cambiare metodo. Allora abbiamo cominciato con la pasta, i paccheri al pomodoro… si è leccato i baffi! Poi ho dato subito la mela, gli sparacelli a ciuffetti. Verso i sette mesi e mezzo ho aggiunto il pollo, la coscietta in brodo con carota, sedano e il pane. Mio figlio è stato molto intuitivo perché ha capito che poteva bagnarlo nelle minestre. Per ultimo abbiamo dato le lenticchie. Quindi in sostanza ho cominciato l’autosvezzamento dai sei mesi e e mezzo per avviarlo ben ben quando aveva circa otto mesi. Successivamente, appunto a otto mesi, abbiamo iniziato a cucinare la pasta tipo anellini, ha cominciato a spezzare i cibi. È stato un percorso graduale, di conoscenza approfondita dei suoi gusti. A dieci mesi riusciva a gestire la masticazione, a mantenere il boccone in bocca a deglutire, a proteggersi dai soffocamenti. Adesso il mio bimbo ha undici mesi e preparo per lui anche gli hamburger che ama molto».
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L’autosvezzamento prevede quindi pezzi più grossi di cibo, ha avuto paura di soffocamento?
«Ecco, è un argomento che non possiamo sorvolare perché inevitabilmente accadeva che si ingozzava, è successo e nonostante abbia quasi un anno capita che si soffochi e che abbia un conato di vomito. Ma niente paura, occorre mantenere la calma, intervenire se è necessario. Quando vedo che pezzi di cibo possono essere andati di traverso e c’è panico lo prendo in braccio e cerco di aiutarlo. È importantissimo che i bimbi ci vedano sereni. Più siamo fiduciosi noi e più loro sono bravi e riescono nelle loro conquiste. Con tutta calma quando soffoca interveniamo e lo tranquillizziamo».
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L’autosvezzamento prevede che il piccolo assaggi tutto, avete avuto paura di dare alimenti che possono sviluppare allergie?
«Abbiamo fatto assaggiare a Lorenzo tutto perché se si allatta al seno i bambini conoscono i sapori attraverso quello che noi mangiamo. È chiaro ci sono cibi che preferisce e altri no e lo manifesta. Per esempio si sono rivelate di buon gusto per lui le verdure sia crude che cotte, ama il salato e poco meno il dolce, d’altronde come mamma sua. Lorenzo mangia con piacere insieme a noi. Il pranzo o la cena non sono momenti imposti, ma spontanei e molto naturali. In pratica si siede a tavola con noi. Negli ultimi giorni ha scoperto la noce pesca che, devo dire, è di suo gusto».
Fuori casa come si gestisce l’autosvezzamento?
«Facendo autosvezzamento si può tranquillamente andare a cena fuori. In genere faccio preparare per il piccolo la pasta con il sugo o la fettina di pollo o pesce, verdure. Adesso è anche molto interessato alle patatine fritte, beh, chi non lo sarebbe! Cerco però di evitare. Magari porto con me un pacco di crackers. Non ci creiamo problemi a uscire, anzi fuori capisce che non può sporcarsi come quando è a casa. È come se capisse che dentro è più libero e nei ristoranti deve seguire il “bon ton”».