Gravidanza, la mappa dei pericoli ambientali

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Celiachia in gravidanza
Celiachia in gravidanza

Pericoli ambientali. Cosa e quali sostanze rappresentano un rischio per la mamma e il feto. Alcuni cibi, alcuni luoghi di lavoro possono far male al piccolo in grembo ed è bene che la mamma prenda provvedimenti. Occorrono poche accortezze

Semplici preoccupazioni o concreti rischi, pericoli reali? Ci sono fattori ambientali che non si possono sottovalutare mai, tanto più quando c’è una gravidanza in corso. Parlarne col medico, per capirne le possibili influenze, è obbligatorio, anche fare le domande apparentemente più banali, perché può andarci di mezzo la salute della futura mamma o del bimbo che porta in grembo.

Il periodo “sensibile”

Bisogna stare in guardia, in particolare, da agenti chimici, fisici e biologici, detti “teratogeni”. In dosi minime possono anche essere innocui per le madri, ma comportare rischi per i feti, causando magari lo sviluppo anormale di un tessuto o di un organo, ritardi mentali, malfunzionamenti metabolici e, nei casi più gravi possono portare alla morte del feto o del nascituro. Il periodo più critico, durante lo sviluppo fetale è compreso fra la terza e la dodicesima settimana, quando il feto è più suscettibile all’eventuale azione dei “teratogeni”.

Tra i pericoli ambientali  ci sono mercurio e piombo

Fra le sostanze teratogene riconosciute o sospette vi sono, principalmente, il mercurio, il piombo, il talidomide, il chinino, le diossine e il fumo di sigaretta. Il modo più comune per venire a contatto con il mercurio è consumare del pesce contaminato, anche se bisogna tenere conto che le quantità maggiori sono presenti nei pesci più grandi, cioè in quelli in cima alla catena alimentare. Il piombo è un problema se il lavoro o anche un hobby delle mamme ha a che vedere con gioielli, ceramica, componenti elettronici, vetro soffiato o colorato.

Repellenti, raggi x, solventi (pericoli ambientali)

Studi scientifici hanno riconosciuto gli effetti tossici del dietilitoluamide, il cosiddetto DEET, solo in dosi massicce. Ad ogni modo per le donne è meglio tenersi alla larga dal DEET, che è contenuto principalmente nei repellenti per insetti, in particolare quelli contro le zanzare.

Durante la gravidanza è bene rimandare tutti gli esami specialistici non indispensabili che prevedono l’uso di apparecchi a raggi X: per gli altri specificare sempre la propria condizione, in modo da essere adeguatamente schermate. Anche se i livelli di radiazione non sono abbastanza alti da costituire un problema: raramente i raggi X da esami superano i 5 rad (l’unità di misura delle radiazioni assorbite); un’esposizione di oltre 10 rad potrebbe causare problemi di apprendimento a anomalie oculari al bambino.

I solventi per lavaggio a secco? Possono penetrare attraversare la placenta. E, in certi casi, come quello del percloroetilene (un liquido comunemente utilizzato nel settore dei lavaggi a secco). Durante la gravidanza sarebbe bene evitare l’esposizione ai solventi organici al lavoro. Meglio spostarsi di settore e svolgere altre mansioni. Il percloroetilene è stato anche individuato come  causa di infertilità maschile.

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