Leggere ad alta voce ai bambini permette di entrare in intimità con loro, creare una relazione forte e aiuta a sviluppare il linguaggio e la scrittura. Sin dal pancione il neonato ascolta la voce di mamma e papà, la lettura è consigliata dai primissimi giorni di vita
Cosa c’è di più bello che leggere una storia ai figli? Il racconto di fate, gnomi, paesi magici, personaggi ispirati alla realtà è sempre un momento unico di incontro e scambio tra mamma o papà e bimbo. Sfogliare un libro, scoprire colori, tessuti stimola la creatività dei neonati.
Da qualche anno esiste un programma nazionale che invita le famiglie alla lettura si chiama Nati per leggere. «Ha lo scopo di diffondere una cultura attenta ai bisogni di famiglie e bambini; favorire lo sviluppo di biblioteche e servizi per l’Infanzia con spazi, professionalità e materiali adatti alle esigenze delle famiglie e dei loro bambini, – spiega Stella Lo Sardo docente ed educatrice specializzata nella lettura ai bambini». Stella negli asili nido, nelle librerie organizza incontri di lettura per genitori e bimbi da 0 a 6 anni.
Quanto è importante la lettura per neonati e bambini?
«La lettura a voce alta è fondamentale per i bambini addirittura sin dal periodo della gravidanza. Il bambino inizia a conoscere il mondo attraverso la voce dell’adulto che si fa veicolo di incontro, intimità e incanto.
Incontro perché, come diceva Lewis Carrol, l’autore di Alice nel paese delle meraviglie, “Le storie sono doni d’amore e come tutti i doni di questo tipo, arricchiscono chi li fa piu ancora di chi li riceve. Trasmettere storie è come trasmettere una parte di noi, quella parte che non aspetta altro che essere sollecitata, riscaldata, rifocillata”. Quando leggiamo a un bambino, dunque, stiamo prima di tutto risvegliando la parte più pura di noi, quella parte bambina che vede il mondo come se fosse la prima volta e che riesce ancora a stupirsi e a meravigliarsi delle piccole cose di ogni giorno.
Ecco appunto l’incanto, che dobbiamo nutrire e stimolare nei nostri bambini e in noi stessi, proprio attraverso la lettura, perché è proprio la Meraviglia, il vero motore della conoscenza, perché è quella che ci rende curiosi di imparare nuove cose, di scoprire nuovi mondi. Poi l‘intimità perché ogni momento che noi dedichiamo alla lettura con i nostri bambini è, come dice Daniel Pennac, qualcosa di molto simile alla preghiera: “l’intimità perduta (..) il rituale della lettura, orario fisso e gesti immutabili (..) assolveva la più bella funzione della preghiera, la più disinteressata, la meno speculativa (..) era un momento di comunione tra noi, un ritorno all’unico paradiso che valga: l’intimità”».
Leggere a un neonato si può… come?
«Certo, si può e si deve leggere ad un neonato, semplicemente utilizzando la nostra voce per veicolare non tanto contenuti (quelli verranno in un secondo momento), quanto emozioni. Leggere a un neonato calma, coccola e consola. Però bisogna saper scegliere bene cosa leggere ad un neonato e per fortuna oggi esiste una vasta scelta proprio dedicata a questa fascia di età, in cui troviamo prevalentemente filastrocche o brevi storie in rima che abbiano quindi una certa musicalità (e tra queste non sarebbe male sceglierne anche alcune legate alle nostre tradizioni ovvero in dialetto) o ancora canzoncine illustrate che bene si prestano ad essere lette ,cantate o mimate. Ma ancora più importante di cosa leggere è fondamentale sapere come leggere.
Innanzitutto vorrei precisare che tutti possono farlo, genitori, nonni, zii che vogliano mettersi in gioco e regalare ai propri bambini del tempo di qualità; la regola più importante è mantenere sempre il contatto visivo col neonato, guardarlo negli occhi, quindi non lasciare mai che il libro diventi una barriera tra noi e il bambino, il libro deve essere un mezzo, un tramite che mi permette di entrare in contatto col bambino che deve poter interagire con esso toccandolo assaggiandolo, facendolo cadere per terrà per sentirne il rumore.
Il neonato,a differenza di quanto si possa pensare, recepirà una serie di stimoli multisensoriali, che pian piano si trasformeranno in sviluppo del linguaggio (è stato dimostrato che bambini abituati alla lettura a voce alta sin da neonati sviluppano meglio e prima il linguaggio), capacità di ascolto e tempi di attenzione più lunghi, amore per la lettura e per la scrittura».
C’è una attenta scelta dei libri in base all’età?
«Fortunatamente oggi esistono librerie specializzate e case editrici molto attente ai bisogni dei piccoli lettori che si preoccupano anche di indicare per ogni libro (di solito sul retro) la fascia di età a cui sono rivolti, attenzione però, si tratta semplicemente di una indicazione di massima per semplificare la scelta a chi ha poca o nessuna dimestichezza con i libri per bambini. È molto importante assecondare innanzitutto i gusti ma anche i bisogni dei bambini.
Mi spiego meglio: mi è capitato ad esempio, di assistere ad una scena in libreria, in cui un bambino di circa 4 anni, chiedeva con insistenza un libro alla mamma, la quale si ostinava a non volerglielo neanche fare sfogliare con la motivazione che il libro in questione fosse “per bambini piccoli”, nulla di strano o di grave apparentemente, se non fosse che il bambino in questione aveva appena avuto un fratellino e probabilmente la sua richiesta di un libro palesemente per “ bimbi piccoli”, andava ben oltre la scelta del libro in se, era chiaramente una richiesta di attenzione che la mamma non ha colto (non certo per cattiveria), ma forse per disattenzione, perdendo così una bella occasione.
Altrettanto importanti sono poi i gusti di noi adulti che ci apprestiamo a leggere: se un libro mi piace, ho voglia di sfogliarlo più e più volt , se sono affascinato dalle illustrazioni, ma la copertina mi indica che è destinato bimbi di 5 anni, significa che non posso leggerlo a bambini di 3 anni? Assolutamente no, se un libro piace a me per primo, sicuramente lo leggerò con più passione e piacere, e quindi molto probabilmente, piacerà anche al mio piccolo uditore, a prescindere dall età segnata in copertina».
Esiste un programma nazionale che si chiama Nati per leggere condiviso dai pediatri italiani… cosa è?
«Nati per Leggere è un programma nazionale di promozione della lettura sin dai primi mesi di vita, promosso dall’ Associazione Italiana Biblioteche, dall’Associazione Culturale Pediatri e dal Centro per la Salute del Bambino, e che coinvolge sempre più persone che a titolo professionale o volontario si riconoscono nei suoi obiettivi ovvero: contribuire a diffondere una cultura attenta ai bisogni di famiglie e bambini; favorire lo sviluppo di biblioteche e servizi per l’Infanzia con spazi, professionalità e materiali adatti alle esigenze delle famiglie e dei loro bambini; offrire a tutti i bambini, indipendentemente dalla loro condizione socio culturale, l’opportunità di crescere in ambienti ricchi e stimolanti dal punto di vista cognitivo e relazionale attraverso l’esperienza della lettura. Proprio a Palermo Nati per Leggere ha recentemente inaugurato, ad esempio, un nuovo punto lettura nel quartiere di Borgo Nuovo.
Nati per Leggere propone insomma a genitori e adulti attenti, la pratica quotidiana della lettura ad alta voce e l’uso dei libri fin dai primi mesi di vita, nella ferma convinzione che faccia bene ai nostri bambini e li aiuti a crescere dal punto di vista cognitivo comportamentale , ma anche linguistico e relazionale, ecco il perché della presenza dei pediatri nel programma».
La lettura coinvolge anche genitori e nonni?
«Il primo approccio con la lettura, dovrebbe sempre avvenire in famiglia, proprio perché la lettura a voce alta è, come si è detto, prima di tutto un momento di incontro tra il bambino e l’adulto che si prende cura di lui, che sia un genitore un nonno o uno zio, è un dono d’amore reciproco, un momento di intimità che fa crescere il bambino nella convinzione che non è solo, che è amato perché qualcuno gli dedica il suo tempo, ascolta le sue domande, risponde ai suoi mille perché. La scuola, può e deve dare il suo contributo nel fornire stimoli sempre nuovi, ma il primo innamoramento verso la lettura e i libri deve avvenire a casa, in famiglia».
Un incontro tipo di lettura come è?
«Innanzitutto bisogna distinguere un incontro di lettura ad un gruppo di bambini, da una lettura ad un singolo bambino (ad esempio in casa propria), in quanto le dinamiche sono molto diverse; in casa ogni stanza può diventare il luogo perfetto per leggere al proprio bambino, persino in bagno! Ogni momento della giornata, dalla sveglia, al bagnetto, alla nanna, può diventare una bella occasione per stringere a se il proprio bambino, e condividere con lui momenti intensi, emozionanti e divertenti grazie ad una bella storia.
Per quanto riguarda invece gli incontri di lettura a gruppi di bambini, ad esempio a scuola, in libreria o in ludoteca, l’ideale sarebbe dedicare uno spazio esclusivamente all’ascolto delle storie, che sia una stanza o anche solo un angolo della stanza, purché sia sempre lo stesso, in modo da creare nei bambini una sorta di rituale: loro devono sapere che in quel luogo preciso, e possibilmente in un giorno e orario preciso, scopriranno di volta in volta una nuova storia; da una parte,questa aspettativa, alimenterà nei bambini la curiosità di ascoltare storie sempre nuove, dall’altra, questa abitudine all’ascolto di storie, porterà a poco a poco e in maniera del tutto naturale il bambino, ad amare le storie e quindi a diventare in seguito un lettore appassionato e autonomo.
L’ ideale sarebbe suddividere i bambini per fasce di età anche se in maniera non necessariamente rigida, semplicemente perché una storia per bimbi di 5 anni può non andare bene per bimbi di 2 e viceversa. Per quanto riguarda la durata di un incontro di lettura, varia sicuramente in base alla età dei bambini ma in genere non va oltre i 40 minuti in quanto i tempi di attenzione almeno fino alla età di 6 anni sono molto ridotti e sarebbe controproducente forzarli.
Infine è bene ricordare che non c’ è una sola e unica posizione, ovvero quella seduta, per ascoltare una storia, anzi in genere le sedie sarebbero da evitare per bambini molto piccoli, al contrario ogni bambino dovrebbe essere lasciato più libero possibile di scegliersi la posizione che gli è più congeniale, ci sono bimbi che ascoltano meglio in posizione distesa, altri su un cuscino, altri persino muovendosi. Quindi non arrendetevi se mentre leggete non stanno un attimo fermi, è semplicemente il loro modo di ascoltare, toccherà poi a noi, con la pratica e la costanza della lettura a voce alta , dilatare i suoi tempi di attenzione e concentrazione. Non mi resta che dire: buona lettura a tutti!».