L’allattamento al seno è il miglior modo di nutrire il neonato, favorisce il corretto sviluppo del palato e della mandibola, la respirazione e riduce i rischi di malocclusione. I chiarimenti e i consigli di Filippo La Magra, specialista in Odontoiatria
Lo conferma la scienza: l’allattamento al seno rappresenta il metodo superiore di alimentazione infantile. Per anni sono stati infatti documentati i vantaggi nutrizionali, immunologici, psicologici e generali che esso conferisce alla salute del bambino sin dalle prime poppate. Ma la perfezione del corpo umano non si limita a questo: l’allattamento al seno materno ha infatti effetti positivi sullo sviluppo della cavità orale del bambino, che includono un perfetto modellamento del palato duro con appropriato allineamento dei denti e minori problemi di malocclusione.
In questa intervista, Filippo La Magra, specialista in Odontoiatria, ci spiega l’importanza dell’allattamento al seno nello sviluppo e nel mantenimento dell’integrità fisiologica della bocca.
Dottore la Magra, l’allattamento al seno materno come influenza lo sviluppo della cavità orale del bambino?
«Il movimento di suzione al seno incoraggia lo sviluppo mandibolare. Durante l’allattamento, il bambino deve lavorare con le mascelle in modo naturalmente fisiologico. Questa azione, unitamente ai movimenti di deglutizione normale, aiuta lo sviluppo della muscolatura periorale. Il tessuto della mammella, morbido ed elastico, ha un effetto benefico nel plasmare il palato duro, perché si schiaccia e si dilata in risposta all’azione della lingua del bambino. Quando il lattante mette in atto il movimento di suzione per spremere il latte fuori dal seno, il suo palato duro viene delicatamente modellato in una conformazione arrotondata ad “U”. Un palato conformato in modo fisiologico permette un corretto allineamento dei denti e riduce l’incidenza delle malocclusioni».
Quali sono gli effetti dell’allattamento al seno sulla deglutizione infantile?
«La ricerca scientifica indica l’allattamento materno come il migliore modo di nutrire il neonato. Ma oltre ai vantaggi nutritivi, immunologici e psicologici, l’allattamento materno è molto importante nella fase neonatale poiché stimola correttamente la crescita dell’apparato stomatognatico; infatti è ormai accertato che l’allattamento riduce l’incidenza di alcune malocclusioni (errata chiusura fra le arcate dentali), favorisce il corretto sviluppo della muscolatura oro-facciale e una corretta respirazione, permettendo un giusto rapporto fra i due mascellari».
Cosa sono le malocclusioni e come riconoscerle?
«È importante evitare le abitudini viziate infantili del distretto orale, in quanto possono giocare un ruolo importante nel determinare numerose malocclusioni. Tra le più frequenti ricordiamo:
- Il succhiamento del dito o del ciuccio: rappresenta un’abitudine estremamente frequente. Il ciuccio è un supporto comodo ma va usato con buon senso; l’utilizzo del ciuccio nei primi 24 mesi di vita del bambino non è dannoso per la bocca a differenza della suzione del dito, che invece costituisce l’abitudine più dannosa per i bambini in quanto il dito esercita una pressione più intensa sui denti e sul palato, è più ingombrante ed è più difficile togliere l’abitudine. Nessun danno entro i 24 mesi, a patto ovviamente di non intingere il ciuccio in sostanze zuccherate che potrebbero causare carie e che potrebbero abituare il bambino a sapori diversi dal latte materno. I problemi che possono derivare dal succhiamento protratto sono: morso aperto (mancanza di contatto interdentale in sede incisiva); incompetenza labiale; problemi masticatori e fonetici e quindi malocclusioni.
- Deglutizione atipica infantile: la lingua gioca un ruolo importante nell’accrescimento delle basi ossee e nello sviluppo di un corretto rapporto tra le arcate dentali. Il bimbo, come gli adulti, deglutisce durante il giorno circa 1500 volte: ora immaginiamo la lingua che se non collocata nel posto giusto (ovvero sulla volta palatina), ma posizionata in basso e in avanti, assumerà una cattiva posizione che creerà l’instaurarsi di malocclusioni con un morso aperto scheletrico, morso crociato mono o bilaterale e problemi di fonetica tipici di chi ha il morso aperto.
- Respirazione orale: è caratterizzata da un’alterazione della fase inspiratoria; la causa è da ricercare in un’obliterazione del rinofaringe riferibile a situazioni congenite (malformazione del setto nasale) o acquisite (ipertrofia adeno-tonsillare). Il bambino respiratore orale sarà più esposto a malattie oro-faringee poiché non respirando principalmente con il naso sarà costretto a respirare aria non filtrata dai turbinati nasali e sarà oggetto ad otiti ed infezioni respiratorie. A livello del cavo orale i sintomi che possiamo notare sono una restrizione del palato in senso centripeto, formazione di un palato ogivale, disidratazione delle mucose del cavo orale, labbra screpolate e morso crociato.
- Altra abitudine viziata è l’interposizione labiale: crea ulcerazione del labbro inferiore e un eccessivo spostamento dell’arcata dentale superiore in senso antero-superiore, stimolando una iper crescita del mascellare ed una ipo crescita della mandibola.
L’approccio con il bambino che presenta queste parafunzioni deve essere da parte dei genitori e dell’odontoiatra il più sereno possibile, individuando il momento ed il modo più idoneo a sospendere il comportamento nel modo più atraumatico possibile».
Cosa suggerisce quindi per prevenire e riconoscere precocemente una malocclusione?
«È importante precisare che i bambini allattati dalla mamma (almeno per 6-12 mesi) hanno maggiori possibilità di non avere gli svantaggi dentali cui andranno incontro quelli allattati con il biberon, perché l’allattamento materno promuove il fisiologico sviluppo del cavo orale, riducendo così la necessità di ricorrere al dentista. Si riducono inoltre, in questo modo, le probabilità di avere problemi di roncopatie ed apnee notturne precocemente o più in là nella vita , grazie al loro palato ben arrotondato a forma di “U”. Importante e fondamentale diventa la figura dell’odontoiatra nel prevenire ed intercettare precocemente l’insorgenza delle malocclusioni: è consigliabile una prima visita entro i primi 2/3 anni di vita del bambino a dentizione decidua completa e un successivo monitoraggio; poi attorno ai 5/6 anni con la comparsa degli incisivi e dei primi molari permanenti bisogna valutare la posizione degli stessi e analizzare le opportune scelte in caso di armonia o disarmonia occlusale con l’inizio di una eventuale terapia ortodontica più adeguata al singolo caso. Rivolgersi al proprio dentista di fiducia precocemente permetterà un intervento tempestivo nella correzione di una possibile malocclusione che se non trattata potrà incidere in futuro nella vita adulta».