Sovrappeso e obesità nei bambini: riconoscerla per prevenirla

Sovrappeso e obesità nei bambini: riconoscerla per prevenirla

Pasti frettolosi, disordinati, consumati velocemente fuori casa o davanti la televisione, cibi preconfezionati carichi di zuccheri, grassi e conservanti, tutto questo contribuisce a creare un’ambiente tossico per i bambini che non sempre riescono ad imparare ed ascoltare i segnali del proprio corpo di fronte al cibo: il senso di sazietà, la fame, le preferenze e le preclusioni alimentari.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) i bambini in eccesso ponderale nel mondo sono 44 milioni.

Nel 2014, oltre 1,9 miliardi di adulti e 41 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni di età erano in sovrappeso o obesi.

In Europa il numero di bambini in sovrappeso è in crescita: attualmente 1 bambino su 3 tra i 6 e i 9 anni è in sovrappeso o obeso.

Questi sono dati molto allarmanti che spesso sottovalutiamo tutti, soprattutto davanti ad un bimbo “tenero e grassottello” non rendendoci conto di avere in mano la salute futura dei nostri figli, dei nostri nipoti, dei nostri cari.

A volte, infatti, si dimentica, che un bambino in sovrappeso o obeso oggi è il futuro adulto che si porterà dietro le complicanze di quell’eccesso ponderale.

Quali complicanze possono sorgere ad un bambino sovrappeso?

  • Diabete mellito di tipo II
  • Malattie cardiovascolari
  • Ipercolesterolemia
  • Ipertensione
  • Malattie che, se non trattate bene, possono portare alla morte.

Alla luce di tutto ciò, cari genitori, cari nonni, cari parenti, pensiamo adesso alla salute dei bambini e non pensiamo di non dare mai abbastanza o, se proprio dobbiamo, preoccupiamoci di cosa gli stiamo dando.
Prendiamo conoscenza di quali sono, allora, i fattori che aumentano il rischio di obesità nei bambini.

I fattori che aumentano il rischio di obesità nei bambini:

Dieta: eccesso calorico rispetto il fabbisogno energetico, colazione assente o non adeguata, spuntini e merende a base di alimenti ipercalorici (fast food, prodotti da forno, snack) e, dall’altra parte, inadeguato consumo di frutta, verdura e cereali;

Mancanza di esercizio fisico;

Famiglie in sovrappeso: se il bambino proviene da una famiglia di persone in sovrappeso, sarà più propenso a mettere su peso, soprattutto in un ambiente dove l’attività fisica non è incoraggiata;

Fattori psicologici: alcuni bambini mangiano troppo per far fronte ai problemi o per gestire le emozioni, come lo stress, o la noia;

Fattori familiari: se molti dei generi alimentari presenti in casa sono ad esempio biscotti, patatine e altri cibi ad alto contenuto calorico, questo può contribuire all’aumento di peso del bambino;

Fattori socio-economici: bambini a basso reddito sono a maggior rischio di diventare obesi.

La prevenzione gioca un ruolo determinante e per attuarla non solo bisogna eliminare le cattive abitudini, se presenti, ma bisogna anche conoscere gli strumenti a disposizione per mettere in luce l’eccesso di peso.

In un adulto, il  peso ideale è calcolato in base al BMI o indice di massa corporea che è uguale al peso in Kg diviso l’altezza in metri elevata al quadrato.

In realtà, il BMI, non risulta una misura attendibile nel caso di persone molto alte o basse o in quelle con una composizione corporea particolare come gli atleti ma rimane un buon indice per determinare il sovrappeso e l’obesità negli adulti, nei bambini e negli adolescenti.

Nei bambini, un volta calcolato il BMI, bisogna tenere conto anche del fattore di crescita, facendo riferimento ad alcune tabelle che riportano percentili, ovvero grafici che riuniscono i valori percentuali di peso e altezza dei bambini, diversificandoli per sesso ed età.

La crescita è nella norma se si pone intorno al 50° percentile, mentre più si supera il valore medio più aumenta il rischio di obesità; pertanto, dal 85° al 95° percentile il bambino viene definito sovrappeso mentre dal 95° percentile viene definito obeso.

Ecco alcuni consigli pratici che il Ministero della Sanità Italiano indica:

  1. Abituare il bambino a tre pasti regolari intervallati da uno spuntino a metà mattinata ed uno a metà pomeriggio, preferibilmente a base di frutta o yogurt;
  2. Evitare le merendine, gli snack e i prodotti confezionati:
  3. Non insistere quando il bambino è sazio o non ha molta fame;
  4. Abituare il bambino ai giochi all’aperto e all’attività fisica;
  5. Rispettare i ritmi del sonno onde evitare l’instaurarsi di abitudini scorrette.
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Laura Napoli
Biologo specializzato in biochimica clinica, mi occupo da diversi anni di dietologia e nutrizione clinica. Dopo la Laurea in Biologia con indirizzo Biomedico nel 2009, ho concentrato i miei studi nel campo nutrizionale con un Master in Dietetica e Nutrizione clinica presso l’Istituto di alta formazione a Roma. Nel 2015 ho conseguito la specializzazione in Biochimica clinica, grazie alla quale mi sono formata in tutte le patologie metaboliche e non metaboliche strettamente correlate ad una scorretta alimentazione, oltre a fattori genetici e ambientali. Ogni anno seguo corsi di aggiornamento per caratterizzare ancora di più la mia figura professionale, ho partecipato a corsi di Nutrizione nello sport, Nutrizione nella donna- dall’adolescenza alla terza età, Nutrizione pediatrica. Ritengo fortemente che lo stile di vita si associa ad una valenza culturale e sociale legata alla sana alimentazione, riconosciuta ad oggi da tutti i medici e nutrizionisti. La cultura del cibo, la conoscenza delle regole del mangiare, l’abitudine a nutrirsi in modo corretto, che non vuol dire rinunciare ai piaceri della tavola, porta benessere e salute a chiunque, migliora lo stile di vita e ci mantiene sani. "Fa che il Cibo sia la tua Medicina e che la Medicina sia il tuo Cibo” (Ippocrate)

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