Svezzamento: raccomandazioni e regole

Finalmente il nostro neonato è pronto per affacciarci ad altri alimenti che non siano solo il latte ed ecco scendere tra le mamme e i papà il volto dello smarrimento: e adesso? quando iniziare la pappa? quali cibi può mangiare?
Sull’argomento, a volte, c’è molta confusione perché, purtroppo, le notizie che giungono dalle figure professionali non sono unanimi.
Facciamo chiarezza!

Lo svezzamento rappresenta una tappa fondamentale e molto delicata nella vita alimentare di un bambino. Il regime dietetico implementato in questa fase della crescita influisce in modo significativo sulla costituzione del futuro organismo e sul suo destino biologico (programming).

Inoltre, si concretizza il primo impatto (imprinting) con alimenti diversi dal latte e l’avvio di un processo maturativo altrettanto importante, sotto il profilo psicologico, che segna una graduale acquisizione di autonomia rispetto alla figura materna.

L’approccio a nuove sensazioni gustative, ad una diversa modalità di alimentazione mediante l’uso del cucchiaino ed ai primi rudimenti della masticazione richiede particolare attenzione e dedizione sia per introdurre in forma graduale i nuovi alimenti sia per abituare il bambino ai nuovi pasti consentendo di superare il meccanismo di diffidenza nei confronti di cibi nuovi, sconosciuti.

Secondo le linee guida ministeriali, lo svezzamento, ossia l’integrazione di cibi solidi e semisolidi, si può iniziare al sesto mese di vita.

Tuttavia il miglior momento è definito da alcuni comportamenti del bambino che ne indicano la prontezza come la coordinazione neuromuscolare e la postura .

Perché non bisogna introdurre troppo presto ne troppo tardi alimenti diversi dal latte materno?

Secondo alcuni studi si potrebbe ridurre l’effetto protettivo del latte materno e l’intestino del lattante non ha raggiunto la completa maturità e competenza.

Dall’altra parte, l’introduzione tardiva di cibi diversi dal latte porterebbe ad un rallentamento dell’accrescimento staturo-ponderale, una malnutrizione per l’inadeguato apporto di ferro, zinco, calcio e rame e ad una depressione immunitaria per deficit energetico e proteico.

Raccomandazioni generali:

  1. Allattamento materno esclusivo per almeno sei mesi se possibile: Il latte materno è infatti in grado di garantire un corretto apporto di nutrienti al bimbo, di conferirgli una protezione immunologica attraverso il passaggio di immunoglobuline, citochine e fattori di crescita, di conferirgli protezione nei confronti di malattie quali quelle allergiche, le malattie infettive, l’ obesità, l’ ipertensione, il diabete;
  2. Introdurre i cibi solidi non prima della 17esima settimana e non oltre la 26esima (non prima del 4° mese e non oltre il 6°);
  3. Attenzione a non ritardare lo svezzamento oltre i 6 mesi di vita: potrebbe aumentare il rischio di atopia e di celiachia.
  4. Nel caso di allattamento artificiale ( e se il bambino è “pronto”) si può iniziare lo svezzamento prima del 6° mese
  5. La ritardata introduzione o la completa eliminazione dalla dieta dei cibi a maggior carattere allergenico non sono raccomandate.
    Non vi sono evidenze scientifiche convincenti secondo cui l’introduzione tardiva di alimenti altamente allergenici come pesce, uova, glutine riduca il rischio di allergie in bambini considerati ad alto rischio e non, o in bambini con fratelli affetti da malattie allergiche.
    Oltretutto, l’introduzione tardiva di alcuni cibi potrebbe addirittura aumentare il rischio di malattie allergiche
  6. Quando un bambino è pronto, a partire dal 4°- 6° mese di vita, l’introduzione di un nuovo cibo solido può essere effettuata ogni 4-7 giorni, ovvero introducendo un nuovo cibo alla volta.
  7. Bisogna lasciare al bambino un tempo adeguato per abituarsi al nuovo cibo. E’ controproducente insistere qualora il bambino non gradisce qualcosa, non dobbiamo in alcun modo creargli un cattivo rapporto con il cibo che potrebbe portarsi per sempre. Qualora il bambino non gradisce un alimento, toglietelo e riproponetelo più in la.

La prima pappa sostituisce un pasto a base di latte, in genere la seconda poppata della giornata (quella corrispondente al pranzo).

Il bambino farà dunque 3-4 pasti di latte e mangerà una pappa a mezzogiorno. Sarà costituita dal brodo vegetale (preparato con patate, zucchine e carote e filtrato; si può dopo 1 settimana cominciare a dare un cucchiaio graduale di passato di queste verdure invece del solo brodo) con aggiunta delle creme.

Nella prima pappa non dovranno mancare le proteine nobili e il ferro presenti nella carne e l’olio EVO.

Dopo circa un mese si introduce la seconda pappa, che sostituisce la poppata della sera. (Pastina con passato di verdura e formaggi freschi al posto della carne)

La scelta nell’utilizzare prodotti freschi o omogenizzati industriali è strettamente personale

E’ vietato l’utilizzo dello zucchero prima dei due anni (una cosa è tuttavia assaggiare un’altra è l’uso abituale) e del sale nel primo anno di vita.

Ecco una tabella esemplificativa di introduzione degli alimenti in base all’età del bambino.

5° MESE 6° MESE 7° MESE 8°MESE 9°-12° MESE 12°-24° MESE
LATTE- YOGURT Latte materno o di formula yogurt latte di crescita o vaccino
BRODO vegetale carne
CEREALI crema di riso, mais e tapioca cereali con glutine pastine e riso in chicco cereali decorticati in chicco (orzo, farro ecc)
VERDURE patate, carote, zucchine in brodo o passate erbette, finocchio, zucca, spinaci fagiolini, lenticchie rosse, piselli pomodoro, sedano, cavoli, broccoli fagioli melanzane, carciofi
CARNE carni bianche carni rosse, prosciutto cotto senza polifosfati maiale
PESCE sogliola, trota, platessa, merluzzo, nasello pesce spada, salmone tutti i pesci
UOVA tuorlo torno e albume
FRUTTA mela, pera, banana prugne, albicocche, ananas, pesche, agrumi frutti rossi, uva, kiwi, cachi, fichi, melone, frutta secca
FORMAGGI parmigiano, ricotta, caprino, robiola, crescenza bel paese, caciotta, fontina dolce formaggi stagionati
CONDIMENTI olio EVO
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Laura Napoli
Biologo specializzato in biochimica clinica, mi occupo da diversi anni di dietologia e nutrizione clinica. Dopo la Laurea in Biologia con indirizzo Biomedico nel 2009, ho concentrato i miei studi nel campo nutrizionale con un Master in Dietetica e Nutrizione clinica presso l’Istituto di alta formazione a Roma. Nel 2015 ho conseguito la specializzazione in Biochimica clinica, grazie alla quale mi sono formata in tutte le patologie metaboliche e non metaboliche strettamente correlate ad una scorretta alimentazione, oltre a fattori genetici e ambientali. Ogni anno seguo corsi di aggiornamento per caratterizzare ancora di più la mia figura professionale, ho partecipato a corsi di Nutrizione nello sport, Nutrizione nella donna- dall’adolescenza alla terza età, Nutrizione pediatrica. Ritengo fortemente che lo stile di vita si associa ad una valenza culturale e sociale legata alla sana alimentazione, riconosciuta ad oggi da tutti i medici e nutrizionisti. La cultura del cibo, la conoscenza delle regole del mangiare, l’abitudine a nutrirsi in modo corretto, che non vuol dire rinunciare ai piaceri della tavola, porta benessere e salute a chiunque, migliora lo stile di vita e ci mantiene sani. "Fa che il Cibo sia la tua Medicina e che la Medicina sia il tuo Cibo” (Ippocrate)

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