Tosse nei bambini e respiro rumoroso fanno andare in tilt i genitori. C’è da stare tranquilli perché la tosse non è una malattia, è un riflesso difensivo e quando le vie respiratorie ricevono segnali infiammatori, virus, batteri, sostanze chimiche l’organismo risponde espellendo il muco
Qualche colpo di tosse, ed è allarme tra le mamme a volte eccessivamente preoccupate. Seguire l’evolversi dell’influenza, non sottovalutare le manifestazioni della tosse, né esagerare in tal senso può evitare le complicazioni. Se non c’è febbre alta la tosse in genere si risolve pochi giorni. Giuseppe Giordano, neonatologo degli ospedali riuniti Villa Sofia Cervello (Palermo) e referente per la promozione dell’allattamento naturale, ci fornisce l’identikit della tosse. «Si ai lavaggetti nasali che tengono pulite le vie respiratorie – spiega Giordano – no all’uso facile di cortisone e antibiotici».
Dottor Giordano intanto cosa è la tosse?
«La tosse è un riflesso difensivo da parte delle medie e alte vie respiratorie che in questo modo si liberano da secrezioni infette, infatti non sempre dobbiamo etichettare la tosse come nemica. Solo in casi rari è indice di una malattia più grave, che comunque si può curare.
La tosse è una conseguenza di raffreddori, ed esistono vari tipi di tosse: di natura virale, batterica o allergica, a volte psico somatica, c’è la tosse da corpo estraneo o da inalazione di sostanze irritante. Le mamme sottovalutano del tutto i profumi e i deodoranti, ricordiamo che tutti quelli in commercio sono a base alcolica oppure sintetica e danno fastidio ai neonati soprattutto. Queste sostanze vengono assorbite dal corpo della mamma e possono passare nel latte. Le possibili cause della tosse sono svariate, possono andare dal banale raffreddore, alla pertosse, dalla laringotracheite, alla famigerata bronchiolite.
La tosse nei bambini al 90% viene dall’ infiammazione del rinofaringe, che è quell’angolo cieco tra naso e gola. In genere la tosse secca dopo qualche giorno si trasforma in tosse grassa ovvero le ghiandole mucipare presenti nelle vie aeree producono muco».
Come si cura la tosse nei bambini e nei neonati?
«Intanto specifichiamo che curiamo le situazioni che fanno scaturire la tosse nei bambini. Come cura suggerisco i cosiddetti lavaggetti nasali perché tutte le infezioni respiratorie passano dal naso, il primo a essere colpito è il rinofaringe ovvero la parte superiore della faringe.
Il lavaggio diventa fondamentale per pulire da muco e da catarro. Andrebbe effettuato tante volte al giorno se il piccolo è raffreddato, ma io lo consiglio anche se non è raffreddato, almeno una volta nell’arco della giornata. Si può fare benissimo con la soluzione fisiologica: si fa uno spruzzo per narice. La mamma non deve aver timore a farlo, sfatiamo la diceria che i lavaggetti fanno male al neonato e possono farlo soffocare. I lavaggi non sono una tortura, anzi aiutano il bambino. La soluzione deve arrivare in gola, appena il piccolo fa un sussulto, espelle il liquido con il muco si passa all’altra narice. Io personalmente sconsiglio il tiramuco perché provoca una pressione negativa nelle narici.
Un ottimo rimedio è il miele, attenzione per i bambini che superano il primo anno di vita. Studi scientifici hanno assicurato che il miele ha lo stesso effetto anti tosse dei sedativi senza avere effetti collaterali. Da condannare l’abuso di aerosol a base di cortisone, che si consiglia solo in casi gravissimi. Mi sento di sconsigliare anche l’eccessivo uso di antibiotici, quando ci sono forme virali non serve, va prescritto quando c’è un’infezione batterica».
Perché i genitori fa paura la tosse nei bambini?
«Per la mamma il piccolo che tossisce indica un campanello di allarme, ed è così perché si portano dietro i retaggi culturali legati alla tosse. Trenta, quarant’anni fa, quindi non proprio tantissimo tempo addietro, si poteva morire di pertosse. Si tratta di una malattia infettiva batterica altamente contagiosa. I sintomi sono di solito simili a quelli di un semplice raffreddore, quindi si manifesta con un naso che cola, febbre e tosse lieve a cui seguono settimane caratterizzate da attacchi più forti.
Ancora oggi si possono registrare casi di pertosse, per esempio nei piccoli lattanti ancora non vaccinati o che hanno preso la prima dose dell’esavalente e devono fare il richiamo. In genere nel bambino più grande decorre come raffreddore. Nel neonato succede che complica la respirazione, rendendo difficile l’alimentazione e provoca complicazioni più gravi come emorragie, otiti, polmonite, bronchiti o addirittura affezioni neurologiche come le convulsioni».
Si può fare prevenzione?
«Certo, è possibile fare prevenzione. Intanto al primo posto c’è la promozione della salute del bambino che parte sin da quando è nella pancia della mamma. Ovvero la donna deve essere attenta nel periodo della sua gravidanza, deve essere una mamma sana, quindi niente fumo, né alcol. Il parto naturale vaginale incide tanto sul sistema immunitario, infatti il parto spontaneo avvia il microbioma.
Ancora l’ allattamento al seno è una spinta alla maturazione del sistema immunitario. In questi giorni siamo in piena emergenza bronchiolite che è l’infiammazione acuta dei piccoli bronchioli, è virale e colpisce prevalentemente i bambini sotto i sei mesi, inoltre è più diffusa nei neonati allattati con formula. Tra i sintomi ci sono affanno, difficoltà a respirare e inappetenza. La vaccinazione contro l’influenza che è facoltativa, può contrastare questa patologia. Il picco dell’influenza in corso interessa proprio i bambini che hanno un’età compresa tra 1 e 4 anni».
Perché la tosse peggiora la notte e la mattina?
«Posto che la tosse nei bambini più frequente è lo scolo nasale del rinofaringe, dove crescono le adenoidi è chiaro che quando il bebè è coricato il catarro scende in gola, in sostanza la posizione del sonno favorisce il depositarsi del muco lungo le vie respiratorie e si scatena la tosse. La mattina quando c’è un cambio di posizione succede la stessa cosa».