Vomito e diarrea nei bambini, un’influenza che provoca disidratazione, malessere generale, spossatezza. Non sempre si tratta di gastroenterite. È importante tenere idratati i bimbi e monitorare l’evolversi delle febbri
Bambini a letto con febbre alta, vomito e diarrea. Un’influenza devastante che non lascia indenni nemmeno adulti e anziani. I bambini però non hanno meno mezzi per difendersi da soli, soprattutto i neonati che comunicano con il pianto. Per loro è più facile disidratarsi quindi è importante se hanno vomito e diarrea di far bere qualche cucchiaino d’acqua e continuare a nutrirli. Non allarmatevi perché non sempre è gastroenterite. La pediatra e neonatologo, consulente IBLC per l’allattamento, Iwona Kazmierska, ci dà delle indicazioni su come comportarci e spiega i sintomi e le possibilità di prevenzione.
Dottoressa Kazmierska, siamo in presenza di influenza o gastroenterite, c’è un po’ di confusione…
«In questo periodo la forma virale si manifesta in modi differenti a seconda dell’età del bambino, e delle condizioni fisiche di partenza. Facciamo un po’ di chiarezza. Molti bambini presentano vomito e diarrea insieme, altri solo vomito o solo diarrea. Quasi sempre questo virus è accompagnato da raffreddore, febbre e malessere generale. Attenzione a non confondere uno stato influenzale con febbre alta, raffreddore, e a volte con mal di pancia e nausea, con la gastroenterite che è l’infiammazione dell’intestino e tra i sintomi più comuni ha proprio la diarrea e il vomito. È sempre il pediatra a visitare i piccoli pazienti e a fare la diagnosi.
Lo stesso virus può debilitare di più un bambino e meno un altro, insomma può avere vari risvolti. Attenzione a non fare confusione: l’enterovirus provoca la diarrea, ma possono esserci casi in cui si tratta di virus influenzale e il piccolo accusa mal di pancia. La principale causa della gastroenterite è il rotavirsus. Chi ha fatto il vaccino avrà sintomi in in forma lieve.
In caso di enterovirus le feci sono liquide e maleodoranti. In questo periodo molti bambini hanno dolori e febbre alta, parliamo di una temperatura di 39-40 gradi, senza altri sintomi, questi sono virus influenzali o parainfluenzali».
Quando è necessario andare in ospedale?
«Il rischio maggiore dell’influenza con vomito e diarrea è la disidratazione che è più facile nei neonati e diventa più gestibile man mano che il bambino è più grande. Un adulto si regola, sa quando bere e mangiare, ha risorse maggiori, il bambino piccolo invece non è consapevole e quindi la disidratazione diventa un pericolo concreto.
La velocità della disidratazione è soggettiva, ci sono bambini che riescono a bere poco alla volta e a trattenere di più. Occorre andare in ospedale quando le condizioni si presentano gravi, ovvero se ci sono stati numerosi episodi di vomito o diarrea o insieme, il piccolo non riesce a bere né a mangiare, quindi non riesce a compensare i liquidi persi. In questo caso la classica flebo riequilibrerà la situazione. All’occorrenza ci sono soluzioni orali reidratanti, che contengono sali minerali, e che i piccoli possono sorseggiare durante la giornata per reintegrare i liquidi persi.
Se si tratta di bambini di un anno o due, è possibile far bere loro qualche cucchiaino di acqua e zucchero. È consigliabile dare fermenti lattici, che riequilibrano la flora intestinale. I genitori devono monitorare la situazione e comprendere le difficoltà dei figli nel bere e nel mangiare frequentemente».
Come si può fare prevenzione?
«Il virus si trasmette con il contatto, la causa principale sono le mani sporche, chi ha il virus lascia, per così dire, tracce negli oggetti che tocca, spesso nei giocattoli, nel caso dei più piccoli. Negli ambienti dove ci sono bambini, negli asili e nelle scuole, è importante l’igiene: quando si cambia il pannolino, per esempio, bisogna lavarsi bene le mani per non trasmettere la forma virale.
In presenza di feci la carica virale è alta, cioè può esserci il contagio durante i sintomi. Importante è disinfettare i giochi, che i bimbi quasi regolarmente mettono in bocca. Si tratta di epidemie stagionali, l’unico modo per contrastarle è mantenere alta l’igiene. Ricordiamo che essendo un virus autolimitante, dura dalle 24 alle 48 ore. Il contagio può avvenire prima e durante la manifestazione dei sintomi».
Che alimentazione seguire dopo la scomparsa del virus?
«Partiamo dal dire cosa mangiare durante la sua presenza nell’organismo. Si può dare il latte. Per il neonato allattato è un ottimo modo per rilassarsi, idratarsi e nutrirsi. Il latte materno è nutritivo e anticorporale. Nei bambini più grandi il latte, se di loro gradimento, non può che aiutarli a superare il malessere e ad alimentarsi. Non bisogna però forzarli a mangiare, se non hanno voglia.
Quanto all’alimentazione dopo la scomparsa del virus, si può iniziare con cucchiaini d’acqua o, se troppo piccoli, con una siringa; se hanno qualche anno in più grandi, si può ricominciare con le tisane. È importante seguire un’alimentazione leggera, quindi evitare salse particolari tipo besciamella, meglio optare per la semplicità a tavola».